Otto e mezzo, Bocchino fa infuriare Scanzi: "Come hai fatto il vaccino...", botte da orbi
La puntata di Otto e mezzo di mercoledì 7 giugno è caratterizzata dal duello tra Italo Bocchino e Andrea Scanzi, abituali frequentatori delle programma di La7 condotto da Lilli Gruber, e divisi praticamente su ogni argomento. Da Bibbiano al Covid sono botte da orbi. "Bisogna distinguere tra reati e fatti moralmente ed eticamente discutibili", afferma l'ex parlamentare, oggi direttore del Secolo d'Italia, parlando dell'assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti. "Mi ha fatto sorridere sentire Bocchino fare questa distinzione sul fatto che alcune cose non sono reati ma possono essere discutibili dal punto di vista etico", ribatte il giornalista del Fatto quotidiano, "lui però non utilizza le stesse parole quando si riferisce a esponenti del centrodestra, le sue parole riguardano solo persone che stanno dall'altra parte".
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I due si scontrano anche sul giudizio della gestione della pandemia da parte dell'allora premier Giuseppe Conte e del suo ministro Roberto Speranza, le cui posizioni sono state archiviate nell'inchiesta della procura di Bergamo sul Covid. Bocchino spiega che è condivisibile la decisione dei giudici, tuttavia ricorda che il governo di allora per prendere le sue decisioni si è affidato esclusivamente agli scienziati, delegando ambiti che sarebbero dovuti essere appannaggio della politica.
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Scanzi è contrario e dà ragione a Conte su tutta la linea e la butta in politica: "Sarei stato terrorizzato se fossimo stati gestiti da Giorgia Meloni e Matteo Salvini" durante il Covid, attacca il giornalista, "o se fossimo gestiti in futuro da loro" in caso di un'altra emergenza sanitaria. "Scenario" che provoca la stoccata di Bocchino: "Di certo non ti averebbero permesso di fare il vaccino come l'hai fatto", ha detto l'ex parlamentare di centrodestra in riferimento alle polemiche sulla vaccinazione da "caregiver" del giornalista. "L’ho fatto amico mio rispettando le regole, io non nulla da vergognarmi", ribatte Scanzi.