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Rai, Giannini a In Onda costretto ad ammettere: "Tutti i governi"

Giada Oricchio
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Dalle nomine alla Rai: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, fa l’asso pigliatutto? È un’occupazione “prepotente” della maggioranza di centrodestra? All’opposizione sono state lasciate le briciole? Sono queste le domande che i conduttori David Parenzo e Concita De Gregorio pongono agli ospiti del talk serale di LA7 “In Onda”, domenica 28 maggio. Il direttore de “La Stampa” Massimo Giannini ammette: “Che tutti i governi abbiano fatto così in Rai è ovvio. L’occupazione fa parte della governance di quell’azienda da sempre, da quando Bruno Vespa diceva ‘i miei azionisti sono i partiti della maggioranza”.

Tuttavia Giannini ritiene che oggi ci sia qualcosa in più e di diverso rispetto al solito spoil system: “C’è un di più di volontà di far piazza pulita del passato per piazzare bandierine identitarie. È accaduto nelle grandi aziende controllate dal Tesoro che erano in scadenza, ma è successo anche per il capo della polizia e della GDF che non erano a fine mandato e sono stati mandati via per sostituirli. E così pure per l’ad. Rai Carlo Fuortes”.

Il giornalista chiude il ragionamento dando una stoccata alla destra: “Si sono dimessi tutti coloro che negli anni sono finiti nel mirino di Meloni e Salvini seppur in assenza di un palese "editto bulgaro" (la messa al bando dalla Rai di Luttazzi, Santoro e Biagi da parte dell’allora premier Berlusconi nel 2002, nda).

Il tentativo di appropriarsi di questi centri di potere va al di là di tutto quello che avevamo conosciuto fino a oggi”. Massimo Giannini ha sottolineato che Fabio Fazio e Lucia Annunziata possono piacere o no, ma hanno dimostrato di essere asset redditizi per la Rai, i loro addii dovevano rammaricare i leader di destra e invece sono stati salutati dal vicepremier Matteo Salvini con lo sberleffo “belli ciao”.

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