Cottarelli lascia il Pd e il Senato: con Schlein a disagio su diversi temi
«Caro Direttore, nei prossimi giorni presenterò le mie dimissioni dal Senato». Con una lettera a «Repubblica» Carlo Cottarelli annuncia di lasciare il Pd e Palazzo Madama per accettare un incarico, a titolo gratuito, all’Università Cattolica di Milano. Nella lettera spiega che nel nuovo Pd a guida Schlein si trova «a disagio su diversi temi» dal termovalorizzatore all’utero in affitto passando per il nucleare. «A livello più specifico, di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara» ha spiegato l’economista.
Viste le diverse vedute sono stati in molti quelli che gli hanno suggerito di «cambiare gruppo parlamentare». Ma Cottarelli ha risposto che «non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta».
Sulla decisione dell’economista ha pesato anche la questione del merito. «Una questione chiave è il ruolo che il “merito” debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie». Nella lettera però il senatore dem ha voluto anche evidenziare lo scenario politico del Paese. «Mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse “per partito preso” e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario».