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Inviato speciale nel Golfo Persico? "Cosa fa Di Maio". Pure Di Battista lo affonda

L'iter per la nomina di Luigi Di Maio come rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo Persico è ormai avviato e, come ha constatato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "non è facilmente modificabile". In ogni caso si tratta di una scelta "legittima" dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che non riguarda il governo italiano. 

Il caso Di Maio ha suscitato un polverone, ma solo nell'arena della politica italiana. Di solito nomine del genere se ne fanno in quantità e spettano tutte all'Alto rappresentante Borrell. Vanno certamente validate dal Consiglio, ma quasi mai si arriva al voto. E in caso si tratterebbe di un voto a maggioranza qualificata, non all'unanimità, come richiedono normalmente le questioni di politica estera e di sicurezza comune. Se Tajani ha chiarito che il governo è fuori dalla faccenda, nella maggioranza in molti hanno sollevato pesanti critiche, soprattutto in casa Lega, ma anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che vuole porre "il problema nel Parlamento italiano, cercando con una risoluzione di far emergere una pubblica censura istituzionale, per impedire una costosa nomina". 

Picchia duro anche l'ex collega Alessandro Di Battista. "La nomina di Luigi Di Maio a inviato speciale Ue nel Golfo me la aspettavo - ha spiegato - mi sarei stupito del contrario". Dibba è a Torino per la presentazione del suo nuovo progetto Schierarsi e non usa mezzi termini. "Una persona che contribuisce a buttare giù il governo Conte, che riceve Draghi e lavora affinché vi fosse quel governo, che prende posizioni del tutto diverse da quelle della storia del Movimento 5 Stelle per ossequiare i padroni di Washington, difficilmente poi non ottiene una poltroncina in cambio. Evidentemente è stata una cambiale politica, peggio per lui".

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