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Tagadà, Nona Mikhelidze svela la verità sull'attentato a Tatarsky

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L'attentato di San Pietroburgo pone una serie di interrogativi inquietanti. Il Cremlino accusa i servizi segreti ucraini in collaborazione con l'organizzazione dell'oppositore Aleksej Navalny. Se n'è parlato durante la puntata di "Tagadà" in onda il 3 aprile. Ospite in studio è stata Nona Mikhelidze dell'Istituto Affari Internazionali. Secondo Mikhelidze, la verità sulla morte dell'ultranazionalista Tatarsky è ben diversa ed è da ricercare nello scontro interno alla Russia tra forze armate ufficiali e gruppo Wagner.  

 

 

 

 

"Il governo russo è andato oltre perché ha parlato non solo dei servizi ucraini ma che i servizi ucraini hanno agito insieme all'organizzazione di Navalny - ha detto Nona Mikhelidze ai microfoni di Tagadà - Tanto è vero che, poco fa, l'avvocato di Navalny ha detto che la sua organizzazione non ha nulla a che fare con questo attentato avvenuto in un ristorante di Prigozhin, il capo del gruppo Wagner. Prigozhin stesso ha rilasciato un video in cui dice che ha ceduto il locale a questi radicali nazionalisti per organizzare i loro seminari. Ha escluso che, dietro questo attentato, ci sia il governo ucraino e, secondo me, ha percepito più l'avvertimento a Prigozhin stesso perché sappiamo ormai che da mesi va avanti lo scontro tra Prigozhin, le forze armate ufficiali russe e il ministero della Difesa. C'è quindi la versione che l'assassinio di Tatarsky sia stato un avvertimento a Prigozhin e agli altri nazionalisti". 

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