pace lontana
Guerra Russia-Ucraina, l’ambasciatore gela le speranze di pace: “Gli Usa non la vogliono”
È trascorso più di un anno dall’inizio del conflitto. Tutti vogliono la pace, almeno a parole. Ma nei fatti non sembrerebbe così. A ridurre le speranze di un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina è l’ambasciatore Bradanini (in passato rappresentante dell’Italia in Iran e Cina), che in un’intervista all’Adnkronos valuta in primis il piano di pace proposto da Pechino: “Prevede innanzitutto la fine delle sanzioni Usa. Un segnale concreto che il piano è stato ‘concordato’ in precedenza con Vladimir Putin e probabilmente potrebbe andar bene anche agli europei, che lo stesso Wang Yi deve aver sondato. È la tipica proposta cinese, efficace soprattutto nella sostanza. Le parti smettono di aggredirsi a vicenda, cominciano i negoziati che possono durare una settimana e portare a un trattato di pace, oppure degli anni senza che vi si giunga, come appunto nel caso coreano. Nel frattempo ciascuna parte si tiene i territori che controlla e perlomeno non si muore più da una parte e dall’altra. A questo punto può partire la ricostruzione. In futuro, quando le condizioni politiche dovessero consentirlo, si farebbero dei passi in avanti eventualmente, ma non necessariamente, con un vero e proprio trattato di pace. Ancora una volta il modello è coreano».
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“In questa fase storica - sottolinea l’ambasciatore - la Cina è una nazione che ha interesse ad apparire come portatrice ‘di pace’, mentre gli Stati Uniti sono una superpotenza aggressiva. Da quando esistono sono rimasti in pace solo per 16 anni su 250. Nell’assenza da parte europea di una vera e propria proposta di pace, il Paese che pure è all’origine remota della guerra, gli Stati Uniti, non ha interesse che finisca, essendo quello che più ne trae beneficio. La Nato riprende vita, l’Europa diventa ancor più ‘colonia’, i costruttori di armi riempiono le loro tasche già piene, i venditori di gas Usa quintuplicano i loro introiti vendendolo agli europei. Crescono intanto i rischi di escalation, persino nucleare, che un certo ceto politico, europeo e italiano, sembra voler ignorare”. Bradanini è certo di come andranno le cose nelle prossime settimane: “La pace non si farà e in Ucraina si continuerà a morire”.