Perché guerra Ucraina-Russia? La lezione di Mentana ai pacifisti
Enrico Mentana rimette in riga i pacifisti-pacifinti contrari all’invio di armi all’Ucraina per difendersi dall’aggressione della Russia. Il direttore del Tg La7, in un post sulla sua pagina Facebook, ha scritto: “Una nuova teoria in voga in questi giorni sostiene che la maggioranza dell'opinione pubblica italiana è contro gli aiuti militari all'Ucraina, e che quindi chi governa dovrebbe smettere di inviare armi a Kiev. Ogni opinione è degna di rispetto, e soprattutto quando si parla di una tragedia in corso da 400 giorni. Ma è bene ricordare alcune cose”.
Quali? Innanzitutto che non si gestisce un Paese inseguendo umori e tifoserie: “Nessun esecutivo potrebbe mai governare in base ai sondaggi (all'indomani di un delitto efferato dovrebbe introdurre ogni volta pene più dure, e nei momenti di crisi economica dovrebbe abolire le tasse). E infatti lo strumento costituzionale più apparentemente simile a un sondaggio, il referendum, non può essere applicato alle tasse, alle amnistie e ai trattati internazionali, perché non assoggettabili alla logica tifoso-epidermica da Gesù o Barabba? Ma soprattutto bisogna ricordare che alle forze politico parlamentari spetta di agire (…) secondo i loro programmi e le promesse elettorali, e le valutazioni di merito e di metodo di fronte a fatti nuovi e mutate condizioni”.
Quindi Mentana ricorda a tutti che sull’Ucraina c'è un dato politico ed elettorale a cui non ci si può sottrarre: “Le scorse elezioni si sono svolte solo sei mesi fa, ed esattamente sette mesi dopo l'inizio dell'invasione russa. Gli elettori (non la generica "opinione pubblica") hanno scelto, prima e seconda, le due forze - una di destra e una di sinistra - più nettamente schierate a sostegno della causa ucraina e della necessità di un aiuto militare. Perché la democrazia rappresentativa si aziona nelle urne elettorali. Il resto è torneo oratorio o guerra per bande, e bandierine, sui social network”.