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In Onda, Francesco Specchia e Annalisa Cuzzocrea litigano sulle Fosse Ardeatine

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Fosse Ardeatine, scontro sulle parole di Giorgia Meloni. Le dichiarazioni del premier sull'eccidio nazista fanno ancora discutere. Meloni ha chiamato le vittime "italiani" mentre, secondo alcuni commentatori, avrebbe dovuto usare il termine "antifascisti". Se n'è parlato nel corso della puntata di "In onda" del 25 marzo. In collegamento c'era l'editorialista di Libero, Francesco Specchia, che ha preso le difese del premier. "Da un punto di vista sintattico, semantico e storico Meloni non ha sbagliato - ha detto Specchia - Poi il fatto che non gli scappi la parola antifascismo fa parte di un discorso pittoresco di un giornalismo di critica in cui non voglio entrare. Il diritto di rappresaglia prevedeva che per un tot di militari tedeschi morti, un tot di civili italiani dovesse essere ucciso. Il termine è onnicomprensivo perché indicava i detenuti che erano in gran parte antifascisti, i civili (non prevedeva le donne(), gli ebrei. Fu un eccidio di una bestialità unica. Però il discorso, da un punto di vista tecnico, è specioso perché Meloni ha detto italiani che è un termine polisemantico e prevede l'inglobamento di tutti i termini. Quindi è stata fatta una polemica inesistente". 

 

 

 

 

A questo punto, dallo studio sono intervenuti Luca Sofri e Annalisa Cuzzocrea che ha letto il testo dell'agenzia Stefani, l'agenzia ufficiale del regime fascista che, all'epoca, scrisse: "Trentadue militi germanici vittime di bombe lanciate contro una colonna. La reazione: dieci comunisti badogliani per ogni milite tedesco ucciso". Allora è tornato a prendere la parola Specchia che ha replicato a Cuzzocrea: "Dai solo un'interpretazione estensiva della norma".   

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