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Otto e mezzo, Travaglio fa a pezzi Schlein: “Salario minimo? Scelta sbagliata all’esordio”
In Parlamento c’è stato il primo faccia a faccia tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. Il confronto tra le due leader è tema di dibattito nel corso della puntata del 15 marzo di Otto e mezzo, il programma televisivo di La7 che vede Lilli Gruber alla conduzione, in cui viene interpellato Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano: “Per il Pd, arrivato secondo alle elezioni, è importante avere un leader tosto, riconoscibile, grintoso, forte come Schlein. Il confronto è stato giustamente aspro, che ci siano tutte e due le opposizioni dopo che il Pd si era assentato per qualche mese per il suo congresso è un fatto sicuramente positivo per la democrazia. Non sono sicurissimo che la scelta del tema per il debutto, ovvero il salario minimo, sia stata azzeccata. In realtà ha prestato il fianco alla risposta della Meloni. Avrebbe potuto ricordare a Schlein che non solo il Pd ha governato dal 2019, ma nell’ultimo governo, il famoso governo dei migliori, aveva pure il ministro del Lavoro. È stato il ministro Orlando, tra l’altro uno dei sostenitori di Schlein essendo uno dei leader della sinistra del partito, che ha fatto incagliare la proposta del Movimento 5 Stelle sul salario minimo legale a nove euro non facendo mai pervenire al Parlamento il parere del governo”.
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“Il salario minimo - prosegue Travaglio - non faceva parte né dell’agenda del governo Draghi, questo Graal che ci è stato presentato come la panacea di tutti i mali, e non faceva parte nemmeno dell’agenda del Pd, che aveva presentato una serie di emendamenti per togliere il tetto dei 9 euro dal salario minimo. È stato facile per Meloni dirle che c’è un problema, ma che i loro ultimi due governi non l’hanno risolto. E poteva aggiungere - chiosa il giornalista - che il Pd aveva pure il ministro del Lavoro…”.