rissa su cutro
Otto e mezzo, Bocchino si scaglia su Giannini: "Sciacallaggio, titolo infame"
Scontro durissimo tra Italo Bocchino e Massimo Giannini nello studio Otto e mezzo, su La7. Nel talk show condotto da Lilli Gruber nella puntata di martedì 7 marzo si parla del tragico naufragio di migranti di Cutro e dell’informativa del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alle Camere. Il direttore de La Stampa imputa, tra le altre cose, al capo del Viminale una mancanza di empatia e di romana "gravitas".
Il giornalista già parlamentare del Pdl, a riguardo, chiede a Giannini se corrisponde all'antica virtù romana anche il titolo del giornale da lui diretto "Strage di Stato" in riferimento alla tragedia di Cutro. "Ma sai che accusa è, come se qualcuno avesse voluto far morire quelle persone?", attacca Bocchino che afferma: "Sono rimasto sconvolto da un titolo che ritengo volgare, sbagliato, irrispettoso delle istituzioni. Un titolo da sciacallaggio giornalistico, infame a leggersi" sbotta il giornalista.
Per Bocchino la politica dell'Italia degli ultimi anni ha ridotto le frontiere a colabrodo facendo passare l'idea che "accogliamo tutti". Giannini dal canto suo rivendica il titolo: "Lo confermo. Quando dico Strage di Stato non dico che qualcuno fa morire le persone". Tuttavia, il direttore de La Stampa sostiene che "c'è un clima ostile ai salvataggi" come dimostra il decreto sulle Ong, ma ammette che le norme del ministro dem Minniti andavano nella stessa direzione. "Adesso però si vuole disincentivare l'immigrazione", spiega Giannini che giustifica così l'espressione "alla Pasolini" strage di Stato. "Ma sono leggi dello Stato che la sinistra non ha mai cambiato", conclude Bocchino.