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Bruce Willis e la demenza, cos'è la malattia della star di Hollywood
Bruce Willis sta sempre peggio. Le condizioni di salute di Bruce Willis, affetto da demenza, si sono aggravate. L’attore di «Die Hard», «Appuntamento al buio», l’uomo che si lanciava nel fuoco, schivava colpi, salvava i propri cari dalle grinfie di spietati agenti segreti, esce di scena: la malattia degenerativa lo ha isolato dal pubblico, dal suo mondo. A soli 67 anni. È stata la famiglia dell’attore ad annunciarlo con un lungo e straziante messaggio pubblicato sui social. La moglie Emma Heming, 44 anni, ha condiviso una foto del marito su Instagram, rivelando che le condizioni di Willis sono peggiorate da quando la famiglia aveva rivelato, per la prima volta l’anno scorso, la diagnosi di afasia. «La nostra famiglia - ha scritto - voleva intanto partire dall’esprimere la nostra profonda gratitudine per l’incredibile dimostrazione d’amore, sostegno e di storie meravigliose che abbiamo ricevuto da quando vi abbiamo detto della diagnosi di Bruce». «Con lo stesso spirito - ha aggiunto - volevamo darvi gli aggiornamenti riguardo al nostro amato marito, padre e amico, visto che adesso abbiamo una maggiore comprensione di quello che sta sperimentando».
La demenza fronto-temporale, spiega l’Iss, è causata da un accumulo di proteine difettose all’interno delle cellule del cervello che le danneggia e ne impedisce il corretto funzionamento. Le aree interessate sono i lobi frontali e temporali (laterali) del cervello, importanti per il controllo del linguaggio, del comportamento e per le capacità di organizzazione e pianificazione. Non si conoscono ancora le cause dell’accumulo di proteine ma è stato trovato spesso un legame con alterazioni nei geni. Circa una persona su tre colpita da demenza fronto-temporale ha altri casi di demenza nella propria famiglia. A oggi non ci sono cure. Sono, tuttavia, disponibili trattamenti che aiutano a controllare i disturbi (sintomi) anche per lunghi periodi. Includono: farmaci, utili per controllare alcuni problemi del comportamento; fisioterapia, terapia occupazionale, terapia del linguaggio, utilizzate per alleviare i problemi del movimento e attenuare gli effetti della malattia sulle attività quotidiane e sulla comunicazione; incontri con gruppi di supporto, utili per fornire indicazioni alle persone colpite dalla malattia, e ai loro familiari, sui modi di fronteggiare i disturbi della demenza. La rapidità di aggravamento della demenza fronto-temporale varia da persona a persona ed è molto difficile da prevedere. Con il progredire della malattia alcune persone divengono socialmente isolate, rifiutano la compagnia degli altri, oppure si comportano in maniera scontrosa o offensiva. A questo stadio, di solito, si rende necessario un aiuto in casa o il ricovero in casa di cura. Il tempo di vita medio dopo l’inizio dei disturbi è intorno agli 8 anni ma può essere molto variabile e sono state descritte sopravvivenze molto più lunghe.