Cospito, Feltri all'attacco degli anarchici: “Banda di pazzi, peggio dei comunisti”
Vittorio Feltri è stufo degli anarchici e delle loro battaglie dopo il caso di Alfredo Cospito, il cui digiuno viene definito impressionante e meritevole di attenzione dal punto di vista umano da parte del direttore editoriale di Libero. Il giornalista, in un articolo apparso sull’edizione del 4 febbraio del quotidiano, si scaglia contro il movimento che tanto sta facendo parlare di sé in Italia: “Benché mi sforzi, non riesco a capire cosa vogliano gli anarchici che sono pezzi di antiquariato e ci rifilano prediche che soltanto gli imbecilli possono approvare e trasformare nel loro stile di vita. Essi sono peggiori dei comunisti primordiali, in quanto almeno nei regimi rossi esistevano organizzazioni gerarchiche che consentivano una determinata disciplina, pur disprezzabile. Se gli anarchici, un tempo assai lontano, rappresentavano il rifiuto dello Stato oppressivo, oggi si limitano a creare un disordine da cui non sortisce una alternativa valida all’organizzazione democratica. In sostanza, gli anarchici che negli ultimi giorni sono risorti grazie a Cospito costituiscono una banda eterogenea di pazzi che non meritano neanche il carcere. Dovrebbero finire in manicomio se questa istituzione non fosse stata sventatamente soppressa. Essi - l’affondo di Feltri - sono malati di mente gravi che praticano lotte fisiche senza neppure proporre un progetto nuovo e valido di società”.
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“Gli acefali seguaci di Cospito - va avanti l’invettiva - lo vorrebbero liberare della galera nonostante egli abbia commesso vari crimini imperdonabili. Sono consapevole che queste mie parole sincere saranno giudicate una provocazione ma, ripeto, descrivono la realtà. Sono come molti connazionali contrario ad ogni forma di anarchia, che è la madre del disordine e del cancro sociale, tuttavia ciò non mi impedisce di criticare il famigerato 41 bis, cioè il carcere duro, che è una forma raffinata e deprecabile di tortura inammissibile e contraria alla Costituzione. Gli anarchici, se venissero inseriti in una struttura simile ai vecchi manicomi, forse - la conclusione di Feltri - potrebbero guarire o almeno migliorare”.
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