escalation
Quanto manca alla terza guerra mondiale: cosa sa il generale Camporini
Siamo in guerra? Quasi. Il generale Vincenzo Camporini, ospite del talk mattutino di LA7 “Omnibus”, venerdì 27 gennaio, ha analizzato la situazione in Ucraina a distanza di 11 mesi dall’invasione per mano della Russia.
Tre i capitoli toccati: il conflitto sul terreno, le sanzioni e il ruolo dell’Italia. La conduttrice Gaia Tortora ha ricordato che finora abbiamo inviato all’Ucraina aiuti per 1 miliardo di euro e ha fatto la domanda secca: “L’Italia è in guerra?” e l’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa non ha negato: “Beh , diciamo che stiamo partecipando in qualche modo a un evento bellico con quello che è possibile fare nel quadro politico e strategico in cui stiamo. Non una partecipazione diretta, ma certamente…. Se può diventare diretta con l’invio di truppe e uomini? No, lo escludo”. Camporini è convinto che al momento la guerra sia in una fase di stallo, soprattutto per questioni meteorologiche e ambientali: “I due contendenti si stanno preparando in vista della primavera. Zelensky chiede i jet a lungo raggio per colpire efficacemente i bombardieri russi che portano i missili ipersonici. Ecco, questa sì che sarebbe un’escalation”.
L’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare ha poi richiamato l’attenzione su un altro aspetto: “E’ da osservare bene anche quello che è accaduto ai vertici. Valery Gerasimov ha assunto il comando delle operazioni (al posto di Serghei Surovikin nominato appena 3 mesi fa, nda)”. Camporini ha detto di essere rimasto “letteralmente basito” dal cambio e ha spiegato perché: “Sono stato Capo della Difesa, avevo le mie strutture di comando e non mi sarei mai sognato di esautorare il mio comandante operativo per assumere direttamente il comando delle operazioni”. Un siluramento grave: “Questo ha un significato molto chiaro: non mi fido più dei miei generali – ha proseguito il generale -. Non c’è più la capacità di delegare le decisioni, ma avocarle tutte a sé significa rallentare le operazioni e permettere all’avversario di prendere l’iniziativa alla quale io posso soltanto reagire. È un segnale molto serio, finora sottovalutato”.
Per quanto riguarda le sanzioni economiche e finanziarie imposte dall’Occidente alla Russia, Camporini ha invitato alla pazienza: “Dobbiamo verificare l’andamento nel tempo. Come è noto sono molto costose per chi le impone all’inizio, ma nel medio e lungo periodo diventano insopportabili per chi le subisce. Ho analizzato i grafici sulla vendita degli idrocarburi: c’è una impercettibile salita verso l’Oriente, questo significa che la vendita in quei Paesi non può compensare quella fatta all’Occidente. Arriverà un crollo della valuta e quindi minor disponibilità finanziaria per Mosca”.