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Messina Denaro, retroscena di Purgatori a Tagadà: “Segreti? Ecco cosa farà”

L’arresto di Matteo Messina Denaro è al centro di tutte le trasmissioni italiane. Anche a Tagadà, programma pomeridiano di La7 condotto da Tiziana Panella, si affronta tale argomento e lo si fa in compagnia di Andrea Purgatori, giornalista e conduttore di Atlantide: “Si conferma il fatto che un Padrino è un Padrino finché rimane sul proprio territorio. Hanno dato molte volte Messina Denaro all’estero, nascosto in Sud-America, in Francia, in Spagna, in tanti posti, invece lo hanno preso a Palermo. Si è detto anche che si sarebbe consegnato, ma in realtà ha cercato di scappare e l’arresto non è stato dei più dignitosi. Questa voce che aveva immaginato che lui stesse per cedere e per farsi arrestare è priva di fondamento. Con questo arresto si apre una nuova stagione, lui è l’uomo depositario dei segreti più importanti della stagione delle stragi, quindi è anche l’uomo sospettato di aver costruito questa latitanza lunga 30 anni grazie a ciò che sapevo”.

 

 

“Parla o non parla?” chiede Panella al suo ospite, che replica così: “Non posso prevederlo, francamente immagino che - sentenzia Purgatori - non aprirà bocca per un semplicissimo motivo. Un mafioso decideva di aprire bocca perché intravedeva un futuro che non si concludesse dentro una cella di massima sicurezza, lui è malato, stava facendo delle cure oncologiche, è un malato pesante. Le sue sembianze somatiche sono impressionanti rispetto all’identikit con cui l’avevano invecchiato per cercare di individuarlo, sembra proprio la persona dell’identikit. Ma io credo che la sua assicurazione è proprio il silenzio, come spesso accade per questi grandi boss. Né Totò Riina, né Bernardo Provenzano - ricorda e conclude il giornalista - hanno mai aperto bocca, non vedo perché dovrebbe farlo lui. Il problema è come ha fatto a muoversi per 30 anni a Palermo”.