il costituzionalista
Riforma presidenziale Meloni, il costituzionalista Cassese conferma: "La strada è giusta"
Presidenzialismo con riforma della Costituzione? Sabino Cassese spiega perché l’idea della premier Giorgia Meloni non è da demonizzare e non c'è rischio di deriva autoritaria. Il già giudice della Corte Costituzionale, in collegamento con il talk mattutino di LA7 “L’Aria che Tira” martedì 5 dicembre, è partito dalla considerazione che “certamente” è possibile cambiare la Carta costituzionale seguendo la procedura prevista nel testo stesso (“non ci sono in generale articoli che hanno il valore dell’eternità se non quello che riguarda la forma repubblicana”).
Poi ha espresso la volontà di fare l’esegesi del pensiero di Meloni sul presidenzialismo. “La presidente del Consiglio ha osservato che abbiamo governi altamente instabili. E come darle torto? Ne abbiamo avuti 78 in 75 anni!” ha osservato Cassese proseguendo nella riflessione: “Successivamente ha detto che serve maggiore stabilità al governo nel tempo e che ‘ci sono molte formule diverse, ce ne possiamo inventare qualcuna di nuova’. Infine ha accennato al semipresidenzialismo perché l’opposizione si era detta favorevole a questa formula”.
Dunque l’ex ministro per la Funziona Pubblica sposa la linea di Meloni: “Ragioniamo su cose concrete e non astratte. Vogliamo governi più duraturi? Bene. Non serve l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, occorre la possibilità di consentire all’esecutivo di essere stabile”. Il professore è ricorso a un esempio facile, facile per farsi capire: “Se mi fa male un braccio, il medico cura il braccio, non la gamba. I governi sono instabili, non la presidenza della Repubblica. E’ chiaro che devo curare il governo!”. Il professore ha ricordato che la Costituzione stabilisce la durata in carica dei giudici, del presidente della Repubblica e del Parlamento, ma non dice nulla sulla durata dei governi. Un vuoto che andrebbe colmato: “Bisogna identificare un modo per rassodare la posizione del presidente del consiglio dei Ministri come hanno fatto in Germania con il Cancellierato” ha chiarito il giurista proponendo una formula per attuare la riforma: “Una volta che il Parlamento sceglie il presidente del Consiglio dei Ministri, questi deve avere una durata garantita. Se occorre, può essere revocato, ma soltanto con una sfiducia costruttiva”.
Infine, Cassese ha bocciato il rischio autoritarismo. Il conduttore Francesco Magnani, infatti, lo ha stuzzicato sui colleghi giuristi che agitano lo spettro della svolta autoritaria appena si tenta di riformare la Costituzione in senso presidenzialista e l’illustre accademico ha disinnescato l’allarmismo: “Tutti gli ordinamenti democratici si preoccupano di un eccesso di concentrazione di poteri in una sola mano. Ma basta prevedere degli strumenti idonei per evitare che accada. Non dobbiamo negare il problema bensì cercare le soluzioni al problema. Mettiamo a punto dei contropoteri stabilendo dei limiti e ribilanciando il potere che verrebbe ad acquisire il Presidente del Consiglio in modo che non ne possa abusare”.