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In Onda, Piercamillo Davigo sul Qatargate: con i corrotti sono un Re Mida alla rovescia
Qatargate, a "In Onda" si parla di corrotti e corruzione. A prendere la parola è l'ex magistrato Piercamillo Davigo che analizza le peculiarità del nostro Paese e gli intrecci tra la corruzione italiana e quella degli altri Paesi d'Europa.
"La corruzione non è una peculiarità solo italiana altrimenti non ci sarebbero le convenzioni internazionali per colpire la corruzione transnazionale - ha spiegato Piercamillo Davigo a Concita De Gregorio e David Parenzo - Ma in Italia sembra essere assente il danno reputazionale. In altre parole, negli altri Paesi quando uno viene condannato per corruzione in genere chiude la sua carriera politica o manageriale. In Italia, invece, la comincia. C'è stato un periodo della mia vita professionale in cui ho temuto di avere il tocco di Re Mida al contrario. Quando processavo qualcuno che manteneva il silenzio, quello poi otteneva incarichi importanti anche se veniva condannato. Evidentemente era considerato uno che dava garanzie. La stessa cosa, invece, non accadeva a chi aveva collaborato con la giustizia. E ci sono state perfino eccezioni: c'è stato un bravo manager (ma il punto è che bisogna essere anche onesti oltre che bravi) che ha patteggiato tangenti pagate al Partito Socialista per appalti Enel. Ebbene, dopo il patteggiamento, è stato nominato amministratore delegato di Enel. Una cosa che all'estero farebbe inorridire. Poi, come se non bastasse, è stato nominato anche amministratore dell'Eni".