Tagadà, Bruno Vespa e l'sms di Meloni: "Sapeva tutto", retroscena sul Senato
Nel suo ultimo libro Bruno Vespa come di consueto ha raccolto voci e retroscena dell'ultimo rocambolesco anno della politica italiana. Ospite di Tiziana Panella a Tagadà, su La7, il giornalista e conduttore di Porta a Porta ha ripercorso l'ascesa di Giorgia Meloni dalla nascita di Fratelli d'Italia a Palazzo Chigi. "All'inizio non ricordo se ci credevo no", al successo di FdI, spiega Vespa che ricorda come il partito nato dalla scissione dal Pdl di Silvio Berlusconi, coraggiosamente, voleva andare oltre il berlusconismo. "Meloni e Crosetto volevano le primarie, Berlusconi prima le promise" poi le negò, e così i due se ne andarono. "Berlusconi provò a tenersi Ignazio La Russa ma non ci riuscì", ricostruisce Vespa che ricorda come i primi risultati elettorali del partito fossero tutt'altro che positivi: "Presero l'1,95 per cento, alle Europee si fermarono prima del 4 per cento e a Porta a Porta feci tagliare la barba a La Russa" che aveva scommesso che FdI avrebbe preso almeno il 4.
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"Poi è cominciata una costante crescita, e niente capita per caso: tutto questo è frutto della coerenza di Giorgia Meloni che anche i suoi più irriducibili avversari riconoscono", commenta il giornalista. Sull'elezione dell'attuale presidente del Senato, Vespa rivela un gustoso retroscena. Durante il voto, nella giornata caratterizzata dalla lite tra Berlusconi e l'esponente di FdI e dai foglietti del Cav con i pesanti commenti sulla premier, "mi stavo messaggiando proprio con Giorgia Meloni", racconta Vespa che scrisse alla leader di FdI: "La Russa è terreo". E Lei replicò: "Aspetta". "Sapeva i voti che aveva in tasca, non avevamo capito niente" rivela il giornalista.
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Ora la situazione politica è cambiata, Berlusconi apprezza l'operato di Meloni per vari motivi, tra cui quello che "è bravissima in tv", che come ricorda Vespa è un aspetto molto importante per il Cav. Il quale, ricorda il giornalista, ora si trova ad affrontare qualche fibrillazione in Forza Italia divisa tra l'ala "governista" e quella "un po' più fredda", e questo "è un errore. Se si divide è finita", commenta il conduttore di Porta a Porta.