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DiMartedì, Santoro sputa sul Pd: "La classe dirigente?" Ecco cos'è diventata la sinistra

Giada Oricchio
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Michele Santoro senza pietà sul Pd: “O vanno a casaccio o mettono ras nepotisti. E’ una cosa sconvolgente, la crisi è epocale”. La lunga agonia del Partito democratico, alle prese con una eterna seduta di autocoscienza collettiva, finisce nel mirino del noto giornalista. Ospite del talk politico “diMartedì” su LA7, Santoro si è interrogato sulla scelta del Pd di candidare Pierfrancesco Majorino alla presidenza della Regione Lombardia (i dem non hanno appoggiato la forte Letizia Moratti, dopo la rottura con il presidente leghista Fontana, perché espressione della società civile sì, ma sempre eletta con il centrodestra). Il giornalista ha espresso tutte le sue perplessità: “Che possibilità ha di vincere? Boh.. lo valuteranno loro… ma mi chiedo anche: hanno avuto tutti questi anni per produrre una classe dirigente in Lombardia alternativa a quelli che hanno gestito male la pandemia e sono arrivati all’ultimo momento?!”.

Santoro sale di tono, indignato per l’harakiri continuo dei dem: “Si sono perfino divisi su Moratti che stava dall’altra parte con un’altra coalizione! E’ segno di una crisi verticale! Questa è la fotografia della situazione. Dovevano essere già pronti con un programma, un candidato… e invece niente, vanno a casaccio”.

Un’invettiva durissima ma al tempo stesso lucida: “E quando non vanno a casaccio, vanno su ras e feudatari che sono nelle regioni e che con il partito non c’entrano niente – ha proseguito inviperito Santoro -. Hanno un loro potere personale, comandano le regioni e sono nepotisti! Mettono figli e nipoti! Una cosa sconvolgente se si pensa alla storia di quel partito che da Roma sta a guardare perché anche lì fanno figli e figliastri!”.

Secondo lo scrittore, la crisi del Pd è “epocale” e si può risolvere solo in due modi: “O spalancano le porte e fanno entrare anche chi ha capacità critica oppure sono cavoli loro! Continuassero con la tombola di Natale e vediamo chi vince”.

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