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Ong e migranti, "la mia nave è italiana". Casarini provoca e Rampelli lo sotterra
Confronto sui migranti nel corso di Tagadà, su La7, tra Fabio Rampelli e Luca Casarini. L'esponente di Fratelli d'Italia, vicepresidente della Camera dei deputati, e Luca Casarini - l'attivista passato dal movimento no-global alle navi delle Ong - hanno dato vita a un vivace dibattito da due fronti opposti. Quello della linea dura contro i clandestini e per l'immigrazione legale da una parte, e quella dei porti aperti a prescindere dall'altra.
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Lo scontro con la Francia per le navi Ong secondo Rampelli ha avuto l'effetto positivo di portare il problema all'attenzione dell'Europa. "Ora possiamo iniziare a cambiare paradigma. Dobbiamo essere soggetti attivi e non passivi nelle relazioni geopolitiche internazionali". Insomma, l'Ue deve aiutare le popolazioni che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni ma non può accogliere tutti i "migranti economici" che tra l'altro arricchiscono il racket delle partenze. In sintesi, Rampelli vuole legalizzare e programmare i flussi migratori, senza lasciare siano gli scafisti a farlo.
Davanti a lui c'è Casarini, in procinto di riprendere il mare sulla nave della sua Ong. "Ci sono le leggi internazionali, le deve rispettare come tutti. Non c'è chiarezza sulle regole generali, per guasto abbiamo posto il problema" afferma l'esponente di FdI. La posizione del governo è nota: i migranti soccorsi in mare dovrebbero essere accolti dal Paese della bandiera della nave. "Dico a Rampelli che parto su una nave battente bandiera italiana... Dovremmo essere orgogliosi dei 15mila migranti salvati dall'Italia" dice l'ex 'disubbidiente'. "Come italiani mettiamo una nave in campo per arginare la tragedia umanitaria che insanguina il mare, l'Italia dovrebbe essere orgogliosa di questo. Spero di farla contenta..." afferma Casarini. Rampelli ribatte che alla sua contentezza ci pensa lui, ma nel merito afferma: "Nessuno ha mai criminalizzato il soccorso in mare. Se il tema è il soccorso, questo allora deve scattare nelle aree subsahariane dove le popolazioni povere non hanno i soldi per pagare il pizzo" ai trafficanti e mettersi su una nave.
Rampelli ribadisce che per le Ong la linea è quella espressa dal codice Minniti, un ministro del Pd... Casarini non l'ha firmato e ammette: "I governi di centrosinistra dovrebbero stare zitti". Per l'attivista, è la stoccata di Rampelli, "ci vorrebbe un governo dei centri sociali, di black block...". E infine, "se tutti restassero in Africa ce la farebbe a mantenere la sua flotta?".