Non è L'Arena, Bruna Vespa tuona: "È una storia che deve finire". Chi attacca da Giletti
Da oggi, il Reddito di Cittadinanza è al vaglio del governo Meloni. Una riforma della misura a sostegno delle fasce più fragili è appoggiata da tutte le forze politiche, M5s compreso (oggi il presidente Giuseppe Conte ha aperto a una modifica che renda il "sussidio" più compatibile con il reddito da lavoro). Il punto è “come”.
Bruno Vespa ha affrontato il tema a “Non è l’Arena”, il talk politico della domenica di La7. Il conduttore di “Porta a Porta” ha attaccato l’iniziativa simbolo del M5s: “Un terzo di chi lo percepisce, 800mila persone potrebbero lavorare e non è un segreto che molte di queste lavorino in nero, lo dico per esperienza personale”. Il giornalista ha così rivelato di aver assunto regolarmente una ragazza per un lavoro nella sua masseria in Puglia, ma quando è tornata a casa il fidanzato l’ha rimproverata perché così avrebbe perso il Reddito di Cittadinanza. Ed ecco l’affondo: “Se Giorgia Meloni non cambia il reddito perde la faccia e siccome è una che non vuole perderla, lo cambierà! Con i soldi dei fondi europei farà formazione a chi non ha esperienza”.
Vespa ha sottolineato che la mancanza di personale esperto non riguarda solo il Sud, come da credenza popolare errata, ma anche il Nord dove ci sono imprenditori “disperati” e ha sentenziato: “E’ una storia che deve finire, non è dignitosa. Non è possibile che persone giovani in salute non lavorino, è una questione di crescita morale. Stiamo scherzando? Persone che a 30-40 anni si fanno mantenere! Conte è stato bravissimo alle ultime elezioni: ha conquistato 7 regioni al Sud con il reddito, ma un Paese che punta su questo è un paese morto!”.