L'Aria che Tira, “comincia a sfuggirgli di mano…”. Nava vede un destino segnato per Zelensky
L’Ucraina è ancora sotto attacco e si parla di questo nel corso della puntata del 17 novembre de L’Aria che Tira, il programma televisivo mattutino di La7 che vede Francesco Magnani alla conduzione. Ospite in collegamento c’è Massimo Nava, giornalista del Corriere della Sera, che analizza gli ultimi sviluppi del conflitto tra Kiev e la Russia: “La solidarietà internazionale e la condanna dell'invasione restano il punto cruciale della narrazione della guerra. Certo è che ci sono trattative segrete e contatti, diretti o indiretti, anche tra Stati Uniti e Mosca, e c'è l'evidente tentativo di limitare in qualche modo la strategia di Volodymyr Zelensky, che fa il suo glorioso gioco di difesa del suo popolo e del paese, ma evidentemente comincia a sfuggirgli di mano la realtà dei rapporti di forza e la realtà della situazione sul campo. Dall’inizio della guerra abbiamo tutti detto che nessuno può vincerla e nessuno può perderla. Ahimé - prosegue Nava - vedo uno scenario siriano, con la guerra che continua a bassa intensità tra immense distruzioni e Assad è ancora al suo posto. Con l’inverno alle porte si arriverà a questa bassa intensità, anche se missili e bombardamenti continuano”.
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“Vedi la possibilità di una fine ravvicinata delle ostilità o la guerra sarà ancora lunga?” chiede Magnani al suo ospite, che spiega il proprio punto di vista: “La guerra sarà inevitabilmente ancora lunga, a bassa intensità perché si cercherà sempre di evitare l’inevitabile, ossia il ricorso alle armi nucleari e a situazioni ancora più drammatiche. Questo - conclude Nava - rende la guerra un fatto endemico, quando si comincia non si sa mai quando si finisce, questo è il dato di fondo dell’irresponsabilità di chi l’ha cominciata”.