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Montesano, la difesa di Mentana: non andava espulso. Bordata a Rai e Orsini

Un telemartire senza santi in paradiso che non meritava l'espulsione da Ballando con le stelle. Perché Enrico Montesano è sì un provocatore, ma nessuno si è accorto della sua maglietta della X Mas durante le prove di Ballando con le stelle, registraste, montate e mandate in onda. È destinato a far discutere il lungo post con cui Enrico Mentana commenta la vicenda dell'attore romano, un passato da parlamentare della sinistra e un presente contro green pass e vaccino obbligatorio. 

 

 «’N’apocalisse!’, esclamava al culmine del suo monologo Felice Allegria, il personaggio che impose all’attenzione del pubblico televisivo Enrico Montesano, ormai mezzo secolo fa. E una apocalisse mediatica si abbatte oggi sull’attore romano, per quella incredibile maglietta della Decima Mas (con tanto di motto inequivocabile, ’Memento audere semper’ scritto sul dorso) indossata durante le prove del programma a cui partecipa/va, ’Ballando con le stelle», scrive su Facebook il direttore del Tg La7.

 

«Montesano è stato espulso, già lo sapete. Cartellino rosso, via dalla gara. E per quanto vi possa sembrare sconveniente non sono affatto d’accordo - sottolinea Mentana - Non do e non accetto lezioni di antifascismo. Se avessero vinto quelli per cui combatteva la Decima Mas non sarei nato, e idealmente starei sempre e comunque con chi sfilava a Milano quel 25 aprile del 1945. Ma il fallo da espulsione contestato a Montesano sta dieci gradini sotto il busto di Mussolini esibito in casa della seconda carica dello Stato. Non solo».  «Non amo l’indignazione a scoppio ritardato - prosegue il direttore del Tg La7 - Ieri sera, quando le immagini delle prove di ballo con la famigerata maglietta sono state trasmesse, nessuno si è accorto di niente. Nessuno. Né si era accorto di nulla chi aveva fatto le riprese di quelle prove, chi le aveva montate, chi le aveva visionate, chi le ha messe in onda».

Non solo. Montesano l'aveva fatta liscia anche coi telespettatori e gli investigatori dei social. «Non s’è accorto di niente chi, conduttrice, giuria e ospiti del programma, ha poi interagito con lo stesso Montesano - continua Mentana - Chi era tra il pubblico del Teatro delle Vittorie. E nemmeno i due milioni di spettatori davanti al televisore a seguire la gara. Sapete che se in qualsiasi tg o trasmissione si scivola su un vocabolo, si manda in onda una foto sbagliata, ci si gratta il naso, dopo un minuto i social cominciano a parlarne, tra sfottò e indignazione. Ieri sera niente. Non un tweet, non un post».

 

«E poi, tutta questa fermezza a cosa si deve? Forse al fatto che Montesano non ha, a ogni evidenza, santi in Paradiso? - aggiunge - In tv, da almeno sei mesi, ogni settimana che Dio manda in terra un professore ci spiega che Putin ha ragione. E nessuno lo tocca, giustamente. Ma non per democrazia, perché fa ascolto» attacca poi con quello che sembra un riferimento ad Alesssandro Orsini. 

 

«Montesano, che ha combattuto contro i vaccini, il green pass e spesso anche la logica nei mesi duri del Covid - e sapete bene come la penso al riguardo, è stato reclutato in Rai forse proprio per questo - continua Mentana - anche se nessuno lo ammetterà. Avrà una gran confusione in testa, visto che è stato anche eurodeputato del partito di D’Alema, non certo erede dello squadrismo repubblichino. E non credo proprio che sia diventato un nostalgico, semmai un vecchio provocatore». «A cui sarebbe giusto chiedere - dice il direttore del TgLa7 - davanti ai telespettatori e al pubblico in teatro che ancora ieri lo hanno votato e applaudito, alla giuria che lo ha riempito di giudizi lusinghieri, ai suoi concorrenti nella gara e a tutti noi, ’Ma che ti è saltato in mente? Perché avevi quella maglietta? E cosa ne pensi di quel che accadde ottant’anni fa in Italia?’. E poi, solo allora, pensare al da farsi (spoiler: un perdono col monito a non farlo più). Beato il paese che non ha bisogno di telemartiri», conclude.