Manichino di Giorgia Meloni a testa in giù, Crosetto: "Un certo silenzio gravissimo"
Un manichino con le sembianze di Giorgia Meloni, appeso a testa in giù, a Bologna in una manifestazione dei collettivi contro il governo fa esplodere la polemica. L'immagine è stata pubblicata su Facebook sulla pagina del Laboratorio Cybylla: "A pochi giorni da un decreto anti-rave - si leggeva nel post - ci troviamo nuovamente ad invadere le strade di Bologna. È facile attaccare mediaticamente la movida, la socialità per privarci della nostra libertà di creare antagonismo. questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse". Un fatto gravissimo che ha scatenato un'aspra polemica anche per le condanne sul gesto arrivate a singhiozzo.
A tuonare il ministro del Difesa Guido Crosetto che sui social ha denunciato subito il silenzio imbarazzante per il gesto gravissimo: "A Bologna, due collettivi hanno organizzato una manifestazione ed hanno pensato di appendere a testa in giù un manichino che rappresentava il Presidente del Consiglio. Il gesto è gravissimo. Il silenzio di alcuni esponenti politici lo è ancor di più".
A Bologna, due “collettivi” hanno organizzato una manifestazione ed hanno pensato di appendere a testa in giù un manichino che rappresentava il Presidente del Consiglio.
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) November 11, 2022
Il gesto è gravissimo.
Il silenzio di alcuni esponenti politici lo è ancor di più.
Poi, nel corso delle ore, le condanne (a singhiozzo) dell'opposizione sono arrivate. Come quella di Matteo Renzi: “L’atto intimidatorio avvenuto a Bologna nei confronti del Presidente del Consiglio - ha scritto il leader di Italia Viva - è un atto grave da condannare senza incertezze. Tutta la mia vicinanza a Giorgia Meloni e alla sua famiglia”. Anche il leader di Azione Carlo Calenda ha cinguettato la sua solidarietà: "Un atto di violenza politica indegno di un Paese civile. In questo modo si rischia di far ripiombare l’Italia in un clima di odio che vorremmo finito per sempre".