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Tagadà, Paolo Mieli: chi paga per farli scendere in piazza. Bordata ai pacifisti

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La manifestazione di sabato 5 novembre a Roma, che partirà da piazza San Giovanni, vedrà una grane partecipazione di popolo. È questo il pronostico fatto da Paolo Mieli nel corso di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7. Secondo l'ex direttore del Corriere della sera nel governo di Giorgia Meloni non c'è totale unità di visone sul sostegno all'Ucraina, spiega il giornalista, e qualche strappo potrebbe arrivare da Forza Italia e Lega soprattutto riguardo l'invio di armi e le sanzioni alla Russia. 

 

"Domani ci sarà una gigantesca manifestazione a Roma, gigantesca perché come confermato dall'ex ministro della Difesa, Arturo Parisi, alcuni comuni come quello di Padova pagano" per far andare i loro cittadini in piazza a Roma. "Questa è una bizzarria tutta italiana - ricorda Mieli - solo da noi nelle grandi manifestazioni per il 'bene contro il male' alla fine paga Pantalone... Sono cose che abbiamo ereditato dal ventennio", è la stoccata del giornalista.  Insomma, nel mondo chi protesta va in piazza "facendo l'autostop o con mezzi di fortuna", in Italia le manifestazioni si fanno "organizzate dallo Stato con soldi pubblici" e anche quelle più nobili" si prestano all'ironia...". 

 

Tra l'altro, a San Giovanni ci sarà pure il segretario del Pd, Enrico Letta, "che rischia di essere fischiato perché lui è sempre stato per l'invio delle armi all'Ucraina". Detto questo, spiega Mieli, passata la manifestazione di tratterà di votare per mandare altri aiuti militari a Kiev. "Non escludo che si crei un asse" tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e mezzo Pd oltre che con Verdi e Sinistra, è il pronostico di Mieli. 

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