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L'aria che tira, per De Magistris è già dittatura..: "Ma quali rave, chi può finire in galera"

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Il primo decreto varato dal governo di Giorgia Meloni per fermare il rave party di Modena ha previsto, in pratica, l'introduzione di una nuova fattispecie di reato con pene severe: fino a sei anni di carcere. Ma a sentire Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli e leader di Unione popolare, siamo ai prodromi della dittatura.

 

Intervenendo martedì 1 novembre a L'aria che tira, il programma di La7, l'ex magistrato entra nel merito delle misure anti-rave. Secondo De Magistris il nuovo reato non è limitato ai rave party ("non esistono norme ad hoc nel Codice penale"), ma ad esempio può essere applicato "a 50 ragazzi che fanno una protesta" politica, il tutto a "discrezionalità delle forze di polizia". "Possono arrestare e mandare in galera, ma non solo. Si introduce la sorveglianza personale", misura aggiuntiva che di solito "serve per i mafiosi", argomenta l'ex magistrato. 

 

C'è un "pericolo enorme di abuso" di queste norme, attacca De Magistris, "ci sarà una criminalizzazione del dissenso concedendo spazi di libertà a discrezioni del potere esecutivo". Insomma, per l’ex sindaco il governo di Giorgia Meloni ha ora facoltà di mettere in galera chi protesta. Il reato prevede una pena da tre a un massimo di sei anni, ma gli eventuali indagati non dovrebbero essere intercettati. "C'è una grande confusione giuridico-istituzionale", afferma l'esponente di sinistra, perché un pm per pene così alte "può sempre disporre intercettazioni". "Una roba di questo tipo non l’ho mai vista, già hanno aumentato le pene per le occupazioni nelle strade, un poco alla volta non vedremo più manifestazioni in questo paese" chiosa De Magistris. 

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