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Fabbri svela il retroscena sul negoziato tra Biden e Putin: "Guerra al 99,9% se..."
Esiste un canale di dialogo tra tra russi e americani. Ne è convinto Dario Fabbri, esperto di geopolitica, ospite a Piazzapulita su La7 nella puntata di giovedì 12 ottobre. "Da qualche giorno c'è un colloquio tra russi e americani. Non si è mai interrotto in realtà, anche nelle peggiori guerre gli Stati maggiori e le Intelligence è normale che si parlino, e russi e americani hanno canali da sempre" spiega Fabbri.
La posizione dell'Ucraina è netta e durissima: non si tratta con Putin se non lascia i territori occupati. Ma secondo Fabbri il governo ucraino non ha una voce in capitolo decisiva: "In quest'ultima fase però c'è un vero e proprio negoziato tra le parti e credo che questo non solo non sia sfuggito al governo ucraino ma non è per niente d'accordo con i termini di questo negoziato. Per massima onestà, su questo il governo ucraino non ha una voce in capitolo decisiva". Fabbri sostiene che gli americani vogliono evitare una guerra che li coinvolga direttamente: "Gli americani si sono messi in testa che l'opzione nucleare russa è improbabile ma possibile. E questo evento condurrebbe a una risposta militare degli Usa della Nato, entreremmo in guerra al 99,9% e gli americani se lo vogliono risparmiare fortemente. In questo scenario entra in gioco Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, che svolge un ruolo decisivo in questa guerra grazie ai satelliti Starlink che sono in grado di aiutare gli ucraini nel prevedere mosse e movimenti dell'esercito russo" prosegue l'esperto.
Fabbri sostiene che la "sparata" di Musk, che chiede un referendum bis nei territori occupati tranne che in Crimea, serve però agli americani per arrivare a una opzione mediana: "Stanno dicendo agli ucraini: i russi non se ne andranno, se non con una guerra nucleare. E poi sta cambiando la guerra russa sul campo: stanno colpendo massicciamente e in maniera deliberata le infrastrutture, e la Cia sta facendo uscire sul New York Times smentite sul suo coinvolgimento negli attacchi ucraini. Non dicono solo 'noi non c'entriamo', ma addirittura 'noi non eravamo d'accordo con gli ucraini'" conclude Fabbri.
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