otto e mezzo
Otto e mezzo, Rosi Braidotti attacca Meloni: "Da quando è premier..." Ma Gruber la stronca
“Giorgia Meloni è passata dal vittimismo alla seduzione”: questa l’analisi della filosofa Rosi Braidotti sulla gestione della vittoria elettorale da parte della leader di Fratelli d’Italia. A “Otto e Mezzo”, il talk politico di LA7, venerdì 30 settembre, il giornalista Giovanni Floris e il direttore Alessandro Sallusti ritengono che in realtà Giorgia Meloni non debba unire l’Italia perché non è poi così divisa.
Leggi anche: Rula Jebreal oltre ogni limite su Meloni: "Suo padre un criminale". Giorgia la sotterra con un post
Braidotti va oltre negando con risolutezza che la numero uno di FdI sia stata demonizzata: “Nient’affatto. È normalissimo in democrazia essere contestati in campagna elettorale. Gli ultimi giorni poi sono stati tremendi con Meloni che ha scatenato la sua faccia rabbiosa e cattiva immaginandosi complotti. Era un miscuglio di ira e vittimismo abbastanza pesante. Pensiamo anche alle persone intorno a lei, pensiamo ad esempio alle minacce di La Russa contro Chiara Ferragni: ti oscureremo per tre mesi perché non la pensa come loro. Questi sono messaggi divisivi. Una forza democratica si misura nel modo in cui tratta coloro che non hanno votato per lei”.
L’accademica italiana ha passato al setaccio anche questa prima settimana da premier in pectore sottolineando aspetti antropologici sfuggiti a un’analisi più superficiale: “Da quando è diventata premier (non lo è ancora, nda) ne ha fatti di tutti i colori, nel senso che è sparita, non parla ma si dà in pasto alla stampa in una maniera spettacolare - ha detto Braidotti - Io ho visto una valanga di foto che la riguardano: la mamma, la sorella, il personal trainer che è quello di Totti, la parrucchiera a cui non dà la mancia. Una valanga di informazioni, mentre lei tace. Vuol dire che si dà in pasto mentre si sottrae. Concedersi sottraendosi è la formula della seduzione”.
Leggi anche: Otto e mezzo, Cacciari fa saltare dalla sedia Gruber: "Meloni? Prima di mandarla a casa..."
La studiosa ha ricordato che la spettacolarizzazione del corpo del leader fa parte di tutti i populismi, è una tipica linea di racconto che però non fa alcuna presa su chi è all’opposizione: “A noi che importa del corpo del leader? Ecco, chiediamoci un po’ se dobbiamo essere bastonati perché siamo fuori dal circo e non siamo sedotti”. Il ragionamento è stato sintetizzato così dalla conduttrice Lilli Gruber: “Però piace a una parte di elettorato”.