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DiMartedì, lo scrittore di sinistra fa mea culpa: “Siamo macchiette ormai, temi esasperati”

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Lo scrittore Emanuele Trevi è ospite della puntata del 27 settembre diMartedì, talk show di La7 che vede Giovanni Floris, e quasi come una voce fuori dal coro fa mea culpa sugli errori della sinistra, che sta sbagliando le proprie battaglie, pagandone il conto al momento di andare al voto: “È un momento in cui culturalmente uno può mettere la carne al fuoco. C’è anche un dato antropologico, secondo me la sinistra paga anche un diffuso atteggiamento di superiorità morale, di frivolezza, di esasperazione di temi. Faccio un esempio dell'altro ieri. Ma che senso ha protestare perché ci sta la fila donne e uomini al seggio elettorale? Stiamo diventando una macchietta”. “Occhio che non ne esci vivo” la battuta di Alessandro Giuli, giornalista di Libero, che preannuncia una valanga d’odio contro Trevi per la sua posizione.

 

 

Il riferimento è alla protesta di Cathy La Torre, avvocato e attivista per i diritti Lgbtq+, che sui social ha denunciato quanto le era accaduto al momento di votare al suo seggio a Bologna: “Ho chiesto che fosse messo a verbale che la divisione dei seggi in file uomini e donne è lesiva della privacy delle persone transgender, la cui identità di genere è un dato particolare e necessita di essere trattato secondo quanto prevede la legge”. 

 

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