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Pino Insegno sotterra gli hater, cosa risponde agli insulti per aver presentato Meloni a Roma

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A presentare dal palco di piazza del Popolo a Roma la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, giovedì 22 settembre, è stato l'attore e doppiatore Pino Insegno che ha esordito citando il Signore degli anelli. "Figli di Rohan, fratelli miei, popolo di Roma. Verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno. Oggi combattiamo. Sono qui per presentare una donna straordinaria, senza nulla togliere a tutta la coalizione ovviamente. Una donna, una madre, la prima presidente donna di un partito italiano e la prima presidente donna di un partito europeo. Signore e signori, verrà il giorno della sconfitta ma non è questo". Apriti cielo. L'attore è stato subissato dalle critiche e dagli insulti, nel solito tiro al bersaglio che parte quando un personaggio pubblico non si dichiara schierato a sinistra. 

 

Ma Insegno non ne fa un dramma. "Mi criticano perché ho introdotto il comizio della Meloni? Sti ca… lo fanno anche perché sono della Lazio. Io non sono un influencer sono un attore, doppiatore e formatore molto bravo, che vive nel rispetto degli altri perciò non ho problemi a dichiarare le mie preferenze politiche. Dobbiamo essere tutti uguali?", ha spiegato l'attore all’Adnkronos respingendo al mittente gli attacchi ricevuti sui social. 

 

"Io sono Commendatore della Repubblica per meriti sociali, proposto dal presidente Napolitano e non da Almirante - dice ironico - questo vuol dire che nella mia vita ho fatto, faccio e farò sempre cose per aiutare gli altri. Non è che se io saluto la mia amica Giorgia faccio del male a qualcuno eppure sono stato attaccato dappertutto", aggiunge l’attore prima di sottolineare di aver subito una emarginazione dal mondo televisivo: "Io dalla televisione sono sparito perché? Non sono bravo? Perché Pino Insegno è stato messo in un angolo senza motivo visto che ho fatto più di 1.600 puntate in tv di grande successo?". Alla domanda, segue la risposta: "Quello che posso dire è che se è successo qualcosa non è perché io non sia bravo ma per altri motivi. La meritocrazia esiste nel doppiaggio e nel teatro ma non nella televisione". 

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