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Tagadà, Federico Rampini e la profezia sugli speculatori: cosa può accadere dopo il vertice Ue

Giada Oricchio
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“Le Borse di Amsterdam e Lipsia si comportano come due casinò su gas e energia”. È il severo giudizio di Federico Rampini, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, sulle speculazioni in atto che hanno portato a un’impennata delle bollette, insostenibili per famiglie e sistema produttivo italiano. Oggi si è registrato un lieve calo del prezzo del gas sui mercati, mentre il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è uscito allo scoperto con il piano di razionamento (riscaldamento giù di un grado, impianti accesi 15 giorni dopo e per un’ora in meno oltre a esortazioni casalinghe come docce più brevi e meno calde). Rampini ha espresso un cauto ottimismo: “Mi azzardo a leggere questo leggero, leggerissimo calo del gas come un’aspettativa, penso che venerdì a Bruxelles possa esserci un passo in avanti sostanziale sul tetto al prezzo del gas”.

Il giornalista ha ricordato che siamo dentro un ciclo ventennale di inflazione cominciato con il boom economico cinese (“Sono 20 anni che siamo in tensione per le materie prime”) e che il ricatto del presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, è solo l’ultimo episodio della lunga situazione inflazionistica.

Peggio del numero uno del Cremlino, ci sono solo i profittatori: “Il ricatto di Putin viene amplificato da fenomeni di speculazione finanziaria che si svolgono prevalentemente alla Borsa di Amsterdam che si occupa del gas e quella di Lipsia per l’energia elettrica” ha detto Rampini prima della sciabolata finale: “Bisogna fare qualcosa! C’è bisogno che l’autorità europea intervenga su questi due mercati per regolarli perché sono due mercati molto, molto speculativi. Sono come due casinò, non sono delle grandi Borse dove si muovono masse di capitali proporzionali alla domanda e all’offerta di energia reale, sono soprattutto speculazioni su titoli derivati, futures. C’è un’assenza di regolazione europea”.

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