In Onda, Federico Rampini zittisce l'attivista: "Fa schifo ma..." Perché l'Occidente è nelle mani di Erdogan
Fulmini e saette tra l’attivista Eddi Marcucci e Federico Rampini, giornalista del Corriere della Sera, sulla Turchia del presidente Tayyip Erdoğan. Nella puntata del 5 luglio di In Onda, talk politico del preserale di LA7, Marcucci e Rampini sono arrivati più volte ai ferri corti. L’attivista per i diritti umani ha tuonato contro il premier Mario Draghi: “Ha detto una sequela di falsità. Dire che l’Italia sia un Paese che accoglie, è veramente fuori di testa, soprattutto dopo aver rinnovato gli accordi con la Libia dove ci sono soldati turchi che addestrano i corpi libici. E’ un tema vergognoso, non vedo il ‘noi dei diritti umani’”.
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Marcucci ha sottolineato che i toni contro Putin sul mancato rispetto del diritto internazionale sono stati giustamente accesi, ma non si è levata una mosca quando Erdogan ha commesso i medesimi misfatti. Poi la previsione: “Dare manforte al presidente turco è un male enorme che non stiamo vedendo per mancanza di lungimiranza”.
Federico Rampini, già inalberato per l’accusa di falsa apertura sui migranti, ha replicato: “Ma la Cina fa cose peggiori della Turchia, Hong Kong ne vogliamo parlare? E in Tibet?”, “C’è una differenza sostanziale…” ha osato interromperlo l’attivista bloccata subito dal giornalista con un perentorio e veemente: “Posso finire almeno una frase o parla solo lei?! Se decidiamo di avere rapporti solo con i puri possiamo trattare solo con la Svizzera e poco altro”.
Secondo lo scrittore, l’Occidente non può permettersi di fare la guerra a tutti: “In Ucraina c’è un massacro in corso e dobbiamo accettare l’aiuto anche di un autocrate come Erdogan. Possiamo dire che è una persona orribile, faceva schifo ieri e fa schifo pure oggi. Stiamo pagando un prezzo altissimo, doloroso, ma se Erdogan, sbloccando le vie del grano, potesse salvare milioni di vite umane in Africa e Medio Oriente, forse quel prezzo si rivelerebbe accettabile”.
E in merito al patto non scritto tra Turchia e Finlandia e Svezia sull’estradizione di migliaia di dissidenti curdi in cambio del sì all’ingresso nella Nato, Rampini ha anticipato: “Vedremo cosa faranno davvero. Ho fiducia nell’opinione pubblica dei due Paesi”.