conflitto e conseguenze
Controcorrente, “italiani stanchi”. L’avvertimento di Riccardo Molinari: stufi della guerra
Riccardo Molinari, capogruppo Lega alla Camera, è tra gli ospiti dell’edizione del 20 giugno di Controcorrente, il talk show condotto da Veronica Gentili su Rete4, che fa notare come ci sia uno scollamento tra le mosse della politica e il pensiero degli italiani a proposito del conflitto tra Kiev e Mosca: “L’opinione pubblica non vede di buon occhio la guerra non perché sta con la Russia, ma perché vede che il gasolio alla pompa sta a 2,20 euro al litro, vede che la bolletta del riscaldamento è triplicata, o perché pensa che la propria azienda debba chiudere con l’aumento dei costi dell’energia e lasciare a casa gli operai. Gli italiani non sono dalla parte di Vladimir Putin, ma sono preoccupati per le conseguenze della guerra sull’economia del nostro paese, sulla carne viva e sulla vita delle persone. In Francia credo che la situazione sia esattamente la stessa, i due partiti che hanno saputo interpretare meglio la questione sociale da due diversi punti di vista, quindi la sinistra radicale di Melenchon e la Le Pen, hanno raggiunto un grande consenso perché hanno parlato di potere d’acquisto, di aumento del costo della vita, dei temi sociali, che sono quelli che i partiti dell’establishment, quelli più allineati su posizioni europee, magari li trattano di meno”.
Leggi anche: Controcorrente, lo schiaffo di Federico Rampini a Mario Draghi: “Armi? Contributo irrilevante sull’Ucraina”
A Molinari viene poi chiesto conto di quanto la situazione grillina possa influenzare le mosse del governo sulla guerra tra Russia ed Ucraina: “Lo scontro interno al Movimento 5 Stelle sulle armi in Ucraina è uno specchietto per le allodole, la crisi tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte è avvenuta per gli scarsi risultati alle elezioni amministrative. Non c’è - evidenzia il leghista - nessun tipo di contrasto sulla risoluzione che riguarda le armi, al prossimo Consiglio Europeo non si parlerà di invio delle armi, ci sono altri temi. Stiamo parlando da giorno di una questione che non è oggetto della risoluzione, sulla quale siamo tutti d’accordo sul sostegno all’Ucraina. Si parla del loro ingresso nell’Unione europea e di appoggiare il loro percorso come lo si sta appoggiando per altri paesi, non sarà un ingresso immediato. Si parla di energia, fissando il tetto massimo del prezzo a livello europeo, vogliamo che calino i prezzi di carburanti e gas. Il tema delle armi - conclude Molinari - non è un tema dibattuto al momento nel Consiglio Europeo. Se in futuro se ne parlerà si vedrà che posizione avrà l’Italia, ma non è il tema di oggi. È - conclude il deputato del Carroccio - una polemica strumentale che denota le grandi frizioni interne del M5S”.