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Federico Rampini, le terribili conseguenze della guerra: "Perché bisogna fermare la Cina"

Giada Oricchio
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“C’è un rischio elevato di finire alla mercé della Cina”. Federico Rampini, scrittore e inviato del Corriere della Sera, vede un futuro complicato per l’Occidente. Ospite del programma Tagadà su La7, venerdì 17 giugno, lancia l’allarme sui semiconduttori, sconosciuti ai più, ma fondamentali per la costruzione di aerei, auto, tv, elettrodomestici e cellulari.

“Il primo produttore mondiale, con il 60%, è Taiwan e sappiamo quanto corra il pericolo di un’invasione da parte della Cina” ha dichiarato Rampini evidenziando che la Corea del sud è il secondo produttore di semiconduttori, mentre gli Stati Uniti sono scivolati al terzo posto. Cosa significa? Perché è importante parlarne? Perché al loro interno ci sono molte materie prime e minerali prodotti principalmente da Ucraina, Russia e Cina, tutte zone difficili per l’Occidente.

“L’Ucraina è il più grande fornitore di neon al mondo, ma ha difficoltà a far uscire i materiali dal paese, le forniture sono interrotte da tempo e questo spiega perché le industrie sono costretta a fermare le macchine” spiega Rampini arrivando all’errore che rischiamo di correre: “Ci affidiamo a qualcun altro e ci rendiamo ricattabili più che con Putin. Il pericolo del futuro in questi settori si chiama Cina. Possiamo renderci gradualmente meno dipendenti dalla Russia, ma potremmo scoprire di essere finiti nell’abbraccio mortale con Pechino che ad esempio nel settore del litio, fondamentale per le batterie delle auto elettriche, ha un semi monopolio globale”.

Una situazione favorita da un’Europa miope, da un’Europa che per anni non ha avuto una visione industriale in questi ambiti rendendosi schiava degli altri Paesi per minerali e metalli rari e semiconduttori e che ora sta pagando politiche sbagliate. Il giornalista è molto severo: “L’Europa deve darsi una svegliata, una regolata, ha creduto di vivere in un mondo pacifico, senza guerre e ha puntato su un eterno approvvigionarsi di cose essenziali dall’altro capo del mondo. Non è più così”. Il 24 febbraio il mondo è cambiato.

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