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diMartedì, Alessandro Sallusti distrugge Di Battista: “Ma lei chi rappresenta? Perché non si candida?”

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Nuovo scontro tra Alessandro Di Battista e Alessandro Sallusti nel salotto di diMartedì, il talk show di La7 condotto da Giovanni Floris. Nell’edizione del 14 giugno l’ex politico analizza l’esito delle elezioni amministrative: “Ci sono milioni di persone che non vanno più a votare e che pensano che votare sia inutile. Hanno votato 5 anni fa per un cambiamento e si sono ritrovati Mario Draghi che governa insieme a Matteo Salvini, Carlo Calenda, Matteo Renzi, il Pd, Silvio Berlusconi…”. Subito Floris lo interrompe: “Mi perdoni ma questo è colpa di chi doveva portare il cambiamento… Non ce l’avete fatta”, Dibba replica: “Non lo dica a me, me ne so’ dovuto andà per questo, mi hanno costretto ad andarmene”.

 

 

Si sente in sottofondo un commento di Sallusti, direttore di Libero: “Perché non si candida?”. E poi il giornalista continua: “Una domanda velocissima, ma lei chi rappresenta? Perché non si candida e misura queste sue teorie? Perché teorie simili, non sovrapponibili ma simili a quelle di Gianluigi Paragone, hanno certo un seguito. Lei parla come se avesse la ricetta magica, ma non rappresenta nessuno, si candidi e vediamo quanto le sue idee sono apprezzate dagli italiani”.

 

 

La puntura di Sallusti non viene affatto gradita dall’ex volto noto del Movimento 5 Stelle, che risponde con una battuta poco elegante: “Preferisco rappresentare me stesso che Silvio Berlusconi a differenza sua... Vedremo che succederà. Ci penserò a fare un mio partito”. “Le porto fortuna, spero” l’intervento a gamba tesa di Sallusti, prima che Dibba continui il discorso: “Credo sia legittimo in un paese libero poter esprimere delle idee soprattutto a fronte di rinunce importanti, come ho fatto io, ho rinunciato più volte a fare il ministro per avere anche la libertà che mi prendo con forza”. “No, non ha rinunciato, non l'hanno voluta, ci ha appena detto che Beppe Grillo le ha preferito altri”, precisa Sallusti. “Lei è male informato, lo sanno pure i sassi ciò che è accaduto diverse volte, non è un problema mio. Una volta mi dissero di fare il ministro e lo fa anche Maria Elena Boschi, poi prima del governo Draghi sia Luigi Di Maio che altri mi hanno chiesto di fare il ministro, ma io con Renzi il ministro non lo faccio mai. Non sono riusciti a trovare trasformisti ed è andata così. Tra l’altro io ero pronto a candidarmi alla guida del Movimento 5 Stelle ma mi è stato impedito. La storia che non hanno voluto far votare il capo politico con il timore che vincessi io è verissima. Ma che pensate che veramente veniamo da Marte? Non è stato fatto votare per un anno e passa, tenendo Crimi come reggente”, la chiosa finale di Di Battista.

 

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