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Caos seggi a Palermo, Guido Crosetto e il sospetto sul Viminale: "Se non è intervenuto..."

Caos a Palermo e disagi nel giorno dell'apertura dei seggi per le elezioni amministrative con oltre 50 sezioni rimaste scoperte, senza presidenti di seggio. Già ieri in 170 avevano dato forfait all'ultimo momento mandando in tilt l'organizzazione del voto. Oggi, all'apertura dei seggi, circa 50 sezioni sono rimaste chiuse. Il Comune ha notificato la nomina ad alcuni funzionari interni e solo alle 14 la situazione è tornata alla normalità con una nota della Prefettura che comunicava che tutti e 600 i presidenti si erano finalmente insediati. Intanto la procura valuta l'ipotesi di reato sui "disertori".

Il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci ha chiesto al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese di valutare l'opportunità di autorizzare il prolungamento dell'apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle ore 14 di domani, lunedì 13 giugno. "Una misura straordinaria a seguito dell'altrettanto straordinaria situazione che si è venuta a creare in città per la mancata costituzione di decine di sezioni elettorali" ha spiegato nella nota Musumeci. "È un provvedimento che avrei adottato autonomamente, se non si votasse anche per i Referendum. Al tempo stesso, ho manifestato apprezzamento al ministro Lamorgese per la disponibilità all'accorpamento delle sezioni elettorali non costituite con quelle già operanti". Ma il Viminale ha respinto la richiesta.

La bufera politica sul caos seggi a Palermo è esplosa subito. La Lega in una nota in cui si è appellata al Capo dello Stato e al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: "Situazione grave e inaccettabile, democrazia a rischio, è necessario allungare l'orario del voto".  E sul caso, a dir poco paradossale, ha tuonato Guido Crosetto, ex deputato e fondatore di Fratelli d'Italia. "Il Viminale - domanda - è intervenuto su Palermo? Perché se non è intervenuto allora qualcuno dovrebbe intervenire sul Viminale…"