guerra e informazione
Michele Santoro brutale, chi sono i giornalisti che dovrebbero chiedere scusa. Scintille con Veronica Gentili
In Italia il dibattito sull'Ucraina è confinato nella "riserva" dei talk show mentre la vera "fabbrica delle notizie" pubblica a rullo solo contenuti coerenti con la narrazione della guerra voluta dal governo. Michele Santoro è un fiume in piena e a Controcorrente si rende protagonista di un vivace botta e risposta con la conduttrice Veronica Gentili sui temi del pacifismo, dell'invio di armi a Kie e, naturalmente, del ruolo dell'informazione.
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Nel nostro paese c'è una crisi della democrazia, spiega Santoro secondo cui "di fronte a delle scelte così importanti" come quella di continuare ad armare l'Ucraina, con la maggioranza degli italiani che è contraria, "quello che facciamo e lasciare le opinioni scomode nei talk show però complessivamente il sistema dell'informazione" va avanti con la narrazione che fa comodo al governo.
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Questa è una specie di succursale dell'informazione che fa parlare i filorussi, reagisce Gentili un po' indispettita con Santoro che chiarusche: "La fabbrica delle notizie sono i giornali e le televisioni. Alle undici di sera" in tv "arriva Santoro quando dalle seri e mezza del mattino c'0è un massacro continuo che snocciola l'orrore", attacca l'ex volto Rai.
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L'esempio che usa per colpire l'informazione mainstream è quello del commissario per i diritti umani dell'Ucraina, Lyudmila Denisova, che è stata fatta dimettere dal presidente Volodymyr Zelensky. "Perché, qualcuno l'ha spiegato agli italiani? Lo dico io" afferma il giornalista che continua: "Aveva parlato di stupri di massa sistematici da parte dell'esercito russo e detto che c'erano bambini violentati da pedofili, e ovviamente che l'esercito russo era composto quasi esclusivamente da pedofili. Bene, è stata liquidata perché ha detto un mare di balle - attacca Santoro - e tutti i giornalisti che sono andati in onda" rilanciando le notizie diffuse da Denisova "non hanno chiesto scusa a quelli che li hanno ascoltati". Per Gentili le dimissioni della commissaria non dimostrano che ci siano dei crimini di guerra in Ucraina. "Ma perché dipingere l'orrore peggiore di quello che è?" conclude Santoro per dire che un certo dopi di narrazione è funzionale a precise scelte politiche.