Otto e mezzo, Marco Travaglio sconsolato: “Affidati ad Erdogan per la pace... Come siamo ridotti”
Matteo Salvini ha applaudito i discorsi di Michele Santoro e Alessandro Orsini e gli articoli de Il Fatto Quotidiano sulla questione della guerra in Ucraina. Tale endorsement è girato da Giovanni Floris, conduttore di Otto e mezzo su La7, a Marco Travaglio, direttore del quotidiano citato dal leader della Lega: “Il pacifismo diventa a vista di qualcuno propaganda filo-russa, a vista di Salvini bisogna mettere la pace come bene supremo. Quanto può imbarazzare un giornale come il tuo il cappello di Salvini sopra?”. Travaglio risponde quasi seccato: “Assolutamente niente, io sono abituato a decidere per conto mio le cose che devo pensare. Se una volta piacciono a Tizio e una a Caio non me ne importa assolutamente niente. Mi è capitato di concordare con Kissinger, che ricordavo impegnato nell’organizzare il golpe di Pinochet in Cile, quindi figuriamoci, può capitare di tutto. Non ne usciamo più col giochino delle figurine”.
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“Siamo ridotti - sottolinea Travaglio - a sperare che Erdogan propizi la pace, cioè siamo costretti a sperare in Erdogan. È un dittatore che sta massacrando i curdi e adesso è il principale vettore di una trattativa che si è arenata due mesi fa”. Il giornalista cita poi il caso del governo Prodi per attaccare Mario Draghi, sottolineando che all’epoca si diceva che, viste le manifestazioni dei partiti che poi sostenevano l’esecutivo dell’economista emiliano, ci fossero giustamente problemi nel manico: “Il 3 marzo - spiega Travaglio - era passata una settimana dall’invasione ucraina e Salvini diceva che aveva chiesto all’ambasciatore russo un cessate il fuoco, sono passati 3 mesi da allora. È possibile che il premier non chiami il leader del secondo partito della sua maggioranza e gli dica ‘Grazie e scusa, ma queste cose le facciamo noi’? Perché non gliel’ha detto il 5 maggio. Salvini non ha fatto niente sotterraneamente, non ha fatto il passo entrando dal retro, sapevamo tutto”.