Ruby Ter, il sospetto di Vittorio Sgarbi sul processo contro Berlusconi: "Perché non lo fanno"
La botta è stata grande: 6 anni di reclusione è la richiesta del pm del processo Ruby-Ter a carico di Silvio Berlusconi, per presunta corruzione in atti giudiziari. E quasi all’indomani della due giorni napoletana che aveva visto il leader di Forza Italia tornare tra i bagni di folla, calore dei supporter e un’altra, partecipata, convention di partito dal vivo. Ieri, dopo la richiesta di condanna, arriva un video di Vittorio Sgarbi.
Il deputato, opinionista e storico dell’arte è notoriamente habitué dei momenti conviviali a casa Berlusconi, anche negli anni oggetto delle inchieste e nei processi che hanno radiografato le “cene eleganti”.
Ebbene, Sgarbi lamenta di non essere mai stato ascoltato dagli inquirenti. “Mi viene un sospetto - dice - che i magistrati non abbiano convenienza a sentirmi”. E così il parlamentare spiega che quanto ha visto “in alcun modo corrisponde a quello che ho letto nella requisitoria contro Berlusconi”.
Nella requisitoria, infatti, era stata dipinta una situazione tale per cui il leader di Forza Italia avrebbe avuto delle vere e proprie schiave sessuali. Sgarbi, però, non ci sta, e definisce “inaccettabile l’esclusione di un testimone chiave che è stato a tutti i Bunga Bunga e che non ha visto quello che invece hanno detto”, dunque “le donne non erano schiave, ma libere”. Posizione che Sgarbi si dice pronto a rivendicare sotto giuramento in una testimonianza.