a otto e mezzo
Otto e mezzo, Lilli Gruber inchioda Travaglio sul M5S: "Perché Conte pacifista crolla nei sondaggi". E lui tentenna
Il pacifismo di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, fa flop nei sondaggi in vista delle elezioni? Marco Travaglio, a fatica, spiega perché e cosa prevede. A "Otto e Mezzo", il talk politico di La7, la conduttrice Lilli Gruber ha chiesto al direttore de Il Fatto Quotidiano, come mai il no secco e radicale di Matteo Salvini e Giuseppe Conte all’invio di altre armi all’Ucraina, impegnata a difendersi dall’aggressione della Russia, li stia facendo scendere nei sondaggi.
Travaglio la prende alla larga: “La prima è che siano risposte di una popolazione disorientata, in attesa di capire cosa succede, poco sicura delle soluzioni e molto affamata di informazioni. Non escludo affatto che una visione, a mio modo di vedere molto lungimirante, cioè li abbiamo aiutati, ma non è servito, paghi nei prossimi mesi”. Il direttore ha aperto una parentesi così ampia sui presunti veri obiettivi della Federazione russa (Donbass e porti) e sull’inopportunità di buttare la Russia nelle braccia della Cina che Gruber lo ha stoppato e riportato sulla domanda principale: “Sì ma perché Conte non riesce a sfondare?”.
Travaglio ha ripreso altro tempo ma alla fine ha dovuto ammettere: “Oggi nella testa di chi risponde ai sondaggi non c’è ‘chi voglio come presidente del Consiglio, ma le elezioni amministrative’. Conte è molto indebolito dal fatto di contestare le scelte di un governo di cui fa parte, non per colpa sua perché quando il M5S è entrato in questo esecutivo, lui non era il leader, ma c’era il reggente Crimi e la scelta la fece Grillo salvo poi pentirsene viste le critiche che sta muovendo. E’ chiaro che nel momento in cui contesti un governo ma poi non ne esci, indebolisci molto la tua posizione. Chi ha avuto ragione e chi torto lo vedremo tra qualche mese”.
In collegamento Beppe Severgnini, firma del Corriere della Sera, ha dato una chiave di lettura più pragmatica: “Sul carro del pacifismo sono saltati in tanti e quindi il carro rallenta, ci sono i 5 Stelle, Salvini e Berlusconi, troppi”.