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L'Aria che Tira, Peter Gomez disintegra l'Europa: “Ha calato le braghe alla Russia”. E il rublo vola

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Peter Gomez è tra gli ospiti in collegamento della puntata del 24 maggio de L’Aria che Tira, il programma tv del mattino di La7 che vede Myrta Merlino alla conduzione. Il giornalista e direttore del sito del Fatto Quotidiano segnala l’ennesima figuraccia dell’Unione europea nella gestione del conflitto tra Russia ed Ucraina: “Il paradosso è che il rublo attualmente è la moneta più forte del 2022, hanno una grande banchiere centrale e hanno recuperato e poi l'Europa ha calato le braghe sul pagamento in rubli dopo aver detto che non avrebbero mai pagato in rubli. La moneta si rafforza e resta su. Il petrolio lo bloccheremo, ma purtroppo dobbiamo dirci la verità a differenza del gas russo, che non può essere venduto ai cinesi perché non ci sono i gasdotti, ce n’è solo uno, il petrolio nel corso dei mesi i russi possono pensare di venderlo a tutta quella parte del mondo che non sta con l'Occidente, perché è più facile da trasportare. Ricordo che soltanto 37 stati hanno deciso per una sorta di embargo nei confronti della Russia.

 

 

Si passa poi al tema delle sanzioni, con Gomez che è scettico sulla loro effettiva utilità: “Rimango sempre molto colpito per quanto accaduto prima del 1945, quando la dottrina del presidente Wilson era indirizzata a far sì che i paesi non entrassero in guerra. In realtà è oggettivo e storicamente accertato che le sanzioni hanno accelerato l’ingresso in guerra del Giappone con Germania ed Italia”. “Non è detto che la strada delle sanzioni sia quella giusta quindi?” interviene la Merlino per far cercare di spiegare meglio il suo ospite: “Pongo degli interrogativi, perché qui - sottolinea Gomez - di risposte non ne ha nessuno. Cito solo un fatto storico dell’embargo al Giappone nel 1941, che ha portato al loro attacco a Pearl Harbor. Qualcuno dice che le sanzioni possono avere un effetto contrario. Non vorrei che Vladimir Putin, messo alle strette e rimasto senza soldi, potrebbe tornare a diventare quell’uomo disperato che per salvare la sua testa e il suo regime potrebbe utilizzare un’arma nucleare tattica a basso potenziale”.

 

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