la guerra in tv

Otto e mezzo, "continuiamo a regalare armi". La pacifista Pignatti fa perdere la pazienza a Caracciolo

Giada Oricchio

Il tema delle armi all’Ucraina regala un inedito Lucio Caracciolo. Durante la puntata di "Otto e Mezzo", il talk di LA7, giovedì 19 maggio, scintille tra il direttore della rivista di geopolitica Limes e Martina Pignatti, pacifista e direttrice di Progetti “Un ponte per”. Pignatti ha giudicato buono il piano di pace in 4 punti sostenuto dall’Europa occidentale (Francia, Germania e Italia su tutti), ma trova che non si sposi bene con il continuo invio di armi all’Ucraina, con lo scambio di atti ostili verso la Russia e con la gioia del premier Draghi per l’impatto devastante delle sanzioni sull’economia di Mosca.

Caracciolo ha ascoltato scettico e con la consueta calma ha spiegato: ”Si può discutere quanto vogliamo su armi e sanzioni, ma sono un elemento di pressione, non un bene in sé, è qualcosa che deve portare la pace”. La pacifista non è convinta nemmeno dell’adesione di Svezia e Finlandia, due Paesi neutrali, alla Nato perché va contro una conferenza di pace. In sottofondo si sente un “no!” di contrarietà e subito dopo Lucio Caracciolo la rintuzza: “Il modello europeo è cambiato certamente, ma voglio dire molto chiaramente che senza le armi, date non tanto da noi, la guerra sarebbe finita nel giro di pochi giorni. E’ un fattore indiscutibile”.

Lo storico intendeva dire che senza equipaggiamento militare, l’Ucraina avrebbe perso la sua sovranità e indipendenza in pochi giorni perché incapace di difendersi, ma la pacifista tira fuori il cavallo di battaglia: “Allora continuiamo a regalare armi, la guerra continuerà e noi andremo avanti così!”.

Caracciolo è spazientito e replica ironico: “Quindi noi dovremo ritirare le armi, gli altri no e così si farà la pace… certo… si può fare… Non è che quando c’è una guerra si sospendono le armi, non puoi disarmare un contendente e l’altro no, la questione è arrivare a un compromesso”.

Ma le frizioni con Pignatti proseguono. Secondo Caracciolo per poter sedersi al tavolo dei negoziati e proporsi come intermediari in qualche modo si deve partecipare al conflitto. Per Pignatti non è vero: “Ci sono Paesi che fanno da mediatori senza prendere parte alla guerra” e il direttore la smentisce: “Mi dica quali. Mi fa il nome della Turchia? Ma se ha armato fino ai denti gli ucraini!”.

All’osservazione di Caracciolo, la pacifista ha precisato: “Beh, dicevo in generale. In questo momento chi fa da intermediario non si è schierato. La Turchia o Israele, paesi che si sono offerti come mediatori, da quando è scoppiata la guerra, non hanno scelto di schierarsi militarmente a favore di una parte”. Dunque un’incomprensione: la dottoressa Pignatti intendeva dire che la Turchia – pur avendo venduto droni ed altro equipaggiamento militare all'Ucraina fino a pochi giorni precedenti all'aggressione russa - ha poi interrotto ufficialmente l'invio di armamenti così da legittimare il proprio ruolo come mediatore. Questo non esclude che le consegne di armi clandestine o da parte dell'industria privata turca potrebbero essere continuate, ma la posizione ufficiale presa dal governo turco è stata quella di non allineamento alle scelte dei paesi Nato.

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In data venerdì 20 maggio 2022 riceviamo la seguente richiesta di precisazione in merito all'articolo "Otto e mezzo, continuiamo a regalare armi La pacifista Pignatti fa perdere la pazienza a Caracciolo".

"Segnaliamo - scrive Stefano Rea, capo Dipartimento Comunicazione e Raccolta Fondi Un Ponte Per - che la posizione di Martina Pignatti Morano riportata in chiusura dell'articolo è parziale e non corretta. La dott.ssa Pignatti ha sostenuto: "La Turchia o Israele, paesi che si sono offerti come mediatori, in questo momento, da quando è scoppiata la guerra [24 febbraio], non hanno scelto di schierarsi militarmente a favore di una parte".

Nello specifico, la Turchia - che pure ha venduto droni ed altro equipaggiamento militare all'Ucraina fino a pochi giorni precedenti all'aggressione russa - ha poi interrotto ufficialmente l'invio di armamenti, per legittimare il proprio ruolo come mediatore.

Questo non esclude che le consegne di armi clandestine o da parte dell'industria privata turca potrebbero essere continuate, come testimonia l'articolo di Al Jazeera del 14 aprile 2022, ma la posizione ufficiale presa dal governo Turco è stata quella di non allineamento alle scelte dei paesi NATO.

"Chiediamo, quindi, - scrive Rea - di correggere e argomentare la posizione espressa in chiusura dell'articolo, nello specifico il passaggio: "La pacifista ripiega: Beh, dicevo in generale. In questo momento chi fa da intermediario non si è schierato".

Come richiesto il passaggio della dottoressa Pignatti è stato corretto e argomentato all'interno dell'articolo pubblicato e riportato in grassetto.