Che fine farà Putin, Federico Rampini rivela gli errori della Russia con la Nato: conseguenze atomiche
“Un errore Finlandia e Svezia nella Nato? No, è Putin che sta sbagliando”. Federico Rampini, inviato del Corriere della Sera, in collegamento con il programma Tagadà su LA7, sabato 14 maggio, ha smontato la narrazione del Cremlino sulla decisione dei due Paesi baltici, storicamente neutrali, di aderire alla Nato in seguito all’invasione dell’Ucraina dove si combatte da 80 giorni. Se in una telefonata con il presidente finlandese, Sauli Niinistro, Vladimir Putin ha definito “un errore” l’ingresso nell’Alleanza perché “non c'è alcuna minaccia alla sicurezza” da parte della Russia,
Rampini ha riportato tutti alla realtà: “L’errore macrospico, gigantesco lo ha fatto Putin. Tra gli obiettivi dichiarati c’era quello di rimpicciolire, ricacciare indietro la Nato e sta ottenendo l’esatto contrario. Ha talmente spaventato i Paesi confinanti che rischia di trovarsi una Nato molto più vicina alle frontiere sia terrestri come nel caso della Finlandia, sia aeree come la Svezia”. Il corrispondente americano del Corsera non ha usato mezzi termini: “E’ uno dei tanti errori di calcolo di Putin che ne sta accumulando parecchi”. Il giornalista e scrittore non le ha mandate a dire nemmeno al “partito di Putin” in Italia.
Ritornando alla fake news secondo cui Jens Stoltenberg, segretario della Nato, avrebbe posto il veto a un’apertura del presidente ucraino Volodymyr Zelensky su una cessione della Crimea alla Russia nell’ambito dei negoziati, Rampini ha chiarito: “Stoltenberg disse testualmente: ‘non riconosciamo l’annessione della Crimea’ ed era una banalità perché nessuno in base al diritto internazionale conferma un’annessione, non lo ha fatto nemmeno la Cina, poi aggiunse ‘se però dovesse essere l’Ucraina a deciderlo, questo fa parte della sua sovranità’. Dobbiamo riferire tutta la dichiarazione, non solo una parte”. Ed ecco lo schiaffo: “D’altra parte in Italia, il partito putiniano è molto ampio, trasversale e onnipresente. Ha trasformato quella dichiarazione in un diritto di veto”.