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Otto e mezzo, Beppe Severgnini strenuo difensore di Mario Draghi: “Non è il cagnolino Usa”. Poi l’applauso a Biden
Incontro tra Mario Draghi e Joe Biden nello Studio Ovale della Casa Bianca. L’appuntamento tra il premier italiano e il presidente Usa è al centro del dibattito nella puntata del 10 maggio di Otto e mezzo, talk show di La7 che vede Lilli Gruber alla conduzione. Il primo ospite interpellato sulle conseguenze dell’incontro e sulle parole pronunciate dai due protagonisti è Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera: “Parlare di pace in Ucraina è importante. Chi negli ultimi giorni ha accusato Draghi di essere il barboncini degli USA, si è sbagliato. Non ha detto che andava tutto bene, forse non siamo l’alleato più importante del Usa, ma tra i leader di Francia, Germania e Gran Bretagna Draghi è il leader più navigato e ha davanti un leader navigato come Biden. Non dimentichiamoci mai che nei momenti drammatici l’esperienza conta, pensate se tutto questo fosse accaduto con Donald Trump presidente. Era uno a cui sul mappamondo ti indicava il Lago di Garda invece del Mar d’Azov. Non aveva idea. Biden ha passato la vita in politica estera”.
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“Sottolineare l'importanza della pace non vuol arrendersi e mollare tutto, permettendo che l’Ucraina diventi un campo di concentramento. Il messaggio è - evidenzia Severgnini - che a noi la guerra infinita non interessa, l’Europa non la vuole e non se la può permettere. Il messaggio che con gli Usa c’è ancora più unione, e non divisione come qualcuno sperava, è un messaggio importantissimo agli alleati americani e anche a Vladimir Putin”.