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Corrado Formigli e lo smacco totale ai vertici Rai sul caso Orsini: "Un errore assurdo"

Giada Oricchio
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Non siamo in Russia, ospito chi voglio”. E’ questo il senso dell’intervista di Corrado Formigli al quotidiano Corriere della Sera. Il giornalista e conduttore del talk politico Piazzapulita, la scorsa settimana ha dato voce a Steve Bannon, ex banchiere di estrema destra, scatenando polemiche social che in un primo momento ha archiviato con una battuta. Oggi, però è tornato sulla vicenda: “Le regole te le dai da solo, sono quelle della nostra professione, altre non ne occorrono, ma per favore, non siamo mica in Russia” ha dichiarato Formigli al Corsera definendo “balzane” le idee della commissione di Vigilanza Rai che, a suo dire, interverrebbe solo quando le cose vanno diversamente rispetto alla propaganda elettorale.

Corrado Formigli dà un giudizio perentorio sulla Vigilanza Rai, specie dopo il caso Orsini (cancellato il contratto dopo le proteste dei partiti per le posizioni filoputiniane del professore, nda): “Neanche ai tempi del Minculpop, andiamo! E poi chi dovrebbe stabilire se una discussione è troppo accesa o se un ospite è competente, loro? O un fantomatico ente regolatore? Io non sono in grado di valutare come un vaccino interagisce sul corpo umano, ma potrò ben dire la mia sulla guerra, come cittadino, o no?”.

Ecco, il giornalista come molti altri colleghi ritiene che chi fa informazione deve essere libero di scegliere quali voci invitare e più sono i punti di vista, anche in merito alla guerra in Ucraina, più è utile per formare un’opinione consapevole negli ascoltatori. “Se è buona tv o no, saranno i telespettatori a deciderlo, con il telecomando, restando in ascolto oppure cambiando canale, semplice” ha concluso Formigli.

 

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