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Tagadà, Domenico Quirico suona l'allarme sulla guerra nucleare: "Non sono sicuro della Russia"

Giada Oricchio
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Domenico Quirico ospite di Tagadà, il programma pomeridiano di LA7, venerdì 22 aprile, ha suonato un campanellino d’allarme sull’ipotesi non poi così remota di utilizzo di armi atomiche da parte di Vladimir Putin in caso di escalation nell’ambito della guerra in Ucraina.

L’inviato di guerra ha osservato: “Ci avviamo verso un lungo periodo di guerra fredda… sperando che resti fredda. I due contendenti, Usa e Russia, avevano raggiunto questa sorta di deterrenza reciproca: se non sparo io il nucleare, non lo spari neanche tu. E l’accordo ha funzionato. Fino a due mesi fa, ci eravamo dimenticati che avevano gli arsenali imbottiti di bombe atomiche”.

Il ragionamento di Quirico sul nucleare affonda le sue radici nella differenza tra la vecchia URSS e l’attuale Federazione russa: “Io adesso non sono così sicuro che la dirigenza russa sia così impermeabile all’idea di usare l’atomica. L’Unione Sovietica era autocratica, dittatoriale, imprigionava la gente nei gulag, ma la dirigenza era collettiva, c’era il partito comunista, il comitato centrale e quindi l’idea di spingere il bottone era difficile da realizzare. In questo caso invece il meccanismo interno dell’autocrazia putiniana è estremamente ridotto, saranno massimo tre. Quindi le possibilità di fermare un’idea folle come un missile atomico sono minori”.

 

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