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Giuseppe Conte e il Russiagate, la difesa a Otto e mezzo crolla sotto i colpi di Lilli Gruber: "Non dice nulla di nuovo"

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"Chiariamo subito che l'Italia ed io non c'entriamo nulla con questa vicenda". Il leader M5S Giuseppe Conte nello studio di "Otto e mezzo" su La7, mercoledì 20 aprile, prova a difendersi ricostruendo la vicenda di William Barr - l’ex segretario alla Giustizia Usa - nell'ambito del Russiagate americano. In collegamento c'è anche il direttore de La Stampa Massimo Giannini che ricostruisce la vicenda per farla comprendere ai telespettatori: Barr era stato mandato in missione dall'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Italia nell’ambito della “contro-inchiesta” per trovare prove del coinvolgimento dei servizi segreti italiani – ai tempi del governo di Matteo Renzi – in un presunto complotto di agenti Fbi infedeli per boicottare la corsa elettorale del tycoon nel 2016. 

Il leader dei Cinque Stelle, è finito nel mirino dopo la famigerata cena tra l'ex capo del Dis Gennaro Vecchione e l’ex segretario alla Giustizia. La conduttrice Lilli Gruber incalza Conte per spiegare il motivo della cena di allora con l'attorney general.

Già con un brevissimo comunicato il presidente del Copasir Adolfo Urso aveva provato a troncare sul nascere la ricostruzione dell'evento: "Era difficile organizzare un rinfresco in sede, per cui si è optato per un evento esterno. Il premier non ne era informato".

Secondo quanto riportato in un articolo di Repubblica, quell’incontro nel ristorante romano sarebbe la prova di un “uso politico borderline” che l’ex premier ha fatto dell’intelligence, allo scopo di compiacere Trump appoggiando la formazione del suo secondo governo giallorosso. Una ricostruzione che il presidente M5S nello studio della Guber cerca di negare con forza: "Chiariamo subito che l'Italia ed io non c'entriamo nulla con questa vicenda, che già 3 anni fa - sottolinea Conte - è stata vivisezionata dal Copasir ed é stata chiarita. Barr voleva uno scambio di informazioni, la cosa é secretata, non posso dire quali fossero ma erano informazioni che non riguardavano autorità italiane. Al secondo incontro c'è stato il reale confronto tra Barr e i servizi segreti, i nostri si sono limitati allo stretto necessario, non gli hanno aperto l'archivio. A quell'incontro c'è stato poi un seguito colloquiale ad un noto ristorante romano, ma questo non mi sembra un clamoroso scoop..."

La Gruber però lo incalza: "Che informazioni voleva?". "La cosa è secretata, il primo incontro c'è stato il 15 agosto...", si giustifica l'ex premier mentre la giornalista insiste: "Questa è cosa nota, non mi sta dicendo niente di nuovo". "I nostri non hanno aperto i nostri archivi - sottolinea Conte - non hanno dato documenti, si sono attenuti allo stretto necessario. Il 15 agosto, dopo l'incontro nella sede ufficiale dell'intelligence, si sono spostati in un noto ristorante del centro". 

La Gruber domanda al direttore di Limer, Lucio Caracciolo cosa pensa del caso: "Un pasticcio all'italiana o una spy story?". L'esperto di geopolitica non ha dubbi: "Ai tempi della guerra in Ucraina il tema è bollente e quindi la fiammata di interesse sul caso è naturale: "Ma come ha specificato Conte le carte sono segrete e cosa cercasse Barr non è dato saperlo".

In studio c'è anche la giornalista del Corriere della Sera Monica Guerzoni che, senza mezzi termini, attacca l'ex presidente del Consiglio: "Ma scusi lei ha mantenuto la delega ai servizi quando era premier, come faceva a non sapere di quella cena?", "Io non sono mai stato informato su colazioni, pranzi e cene dei membri dell'intelligence", ha risposto Conte evidenziando come tentassero di fargli provare che non ci fosse stato spionaggio: "Come faccio a provare che non è stato spionaggio senza elementi di criticità?" ha domandato il leader dei grillini. "Ma gli elementi di criticità ci sono" ha tuonato la giornalista.

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