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DiMartedì, il generale Camporini su Bucha e immagini: "L'unica verità". Così l'obiettivo di Putin è cambiato

Valentina Bertoli
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A "diMartedì" nella puntata del 5 aprile il generale Vincenzo Camporini affronta l'orrore di Bucha, pagina tragica della guerra in Ucraina invasa dalla Russia dove si sono consumati crimini di guerra. Le immagini dei cadaveri di civili con segni di torture e nelle fosse comuni hanno fatto il giro del mondo. L’Occidente ha condannato senza mezzi termini Vladimir Putin ma Mosca ha negato e respinto ogni accusa definendo il massacro una “messa in scena”, “una fiction”. Mentre il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha parlato di “genocidio”. 

Sulle responsabilità dell'eccidio degli ucraini il generale Camporini non ha dubbi: “Le immagini satellitari di Bucha rivelano quello che è accaduto, è impossibile truccarle". Verità o fake news, certezza o propaganda? "Non è possibile truccare tutte le immagini satellitari, e queste ci dicono che è successo quello che è successo" ha affermato il generale: la possibilità di manipolare l’accaduto, per Camporini, non sarebbe discutibile. Le fotografie non necessitano di spiegazioni e la tecnologia satellitare non ammette margine di errore nella trasmissione dei dati. "Sull'eccidio purtroppo è una tradizione - ha evidenziato - Dobbiamo ricordarci ciò che è successo in Cecenia". L'esempio terrificante - secondo il generale - di indisciplina violenta che porta allo sterminio della popolazione civile. L’inferno di Bucha ricorda per filo e per segno il massacro compiuto dall’esercito russo in Cecenia nel 2000. 

Può quest'orrore essere il segnale di un esercito fuori controllo? Lo chiede il conduttore Floris al generale che chiude il suo intervento sugli obiettivi militari dello Zar: "L'obiettivo russo è cambiato - spiega Camporini - non è più la conquista di Kiev, ma quella dei due oblast". E portarlo al tavolo delle trattative per fermare le bombe ora sembra ancora più complicato: il presidente russo ha intenzione di trattare solo se tutte le posizioni rivendicate saranno accolte ma Mosca sarebbe apertamente in difficoltà: il piano di espansione è cambiato e, con questo, la credibilità del conflitto.

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