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Non è L'Arena, Alessandro Sallusti spiana il pacifista Cremaschi e la "gallina comunista" D'Alieso: caos e insulti

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Il direttore di "Libero Quotidiano" Alessandro Sallusti risponde a Giorgio Cremaschi, il sindacalista già portavoce nazionale di "Potere al Popolo", che reputa colpevole in egual modo il popolo ucraino e quello russo. La tensione a "Non è L'Arena" domenica 3 aprile sale subito. Il conduttore Massimo Giletti non è in studio ma è tornato al fronte, sotto le bombe nell'Ucraina invasa dall'esercito russo e dirige la puntata da Odessa. "Mi sembra un discorso molto furbo e molto ipocrita perché dire non sto con gli né con gli altri un uomo sceglie da che parte stare, su qualunque cosa. Un uomo sceglie sempre da che parte stare". "Scelgo la pace" ribatte Cremaschi che s'infervora. "Ma queste sono ca**ate, lì stanno morendo - denuncia Sallusti - Lei capisce che lì stanno morendo e se lei non dà una soluzione intelligente - e dubito - pensare di fermare la guerra domani significa fare vincere il più forte". "Lei sta solo insultando" dice Cremaschi". Se la guerra finisce domani vince il più forte" esclama ancora il direttore.

"E chi sarebbe il più forte?" interviene all'improvviso l'altra ospite, Fabiola D'Alieso, membro della direzione nazionale del Partito dei CARC. "E chi sarebbe il più forte - ripete alzando il tono di voce - Chi sarebbe visto che dietro il governo Zelensky ci sono gli Stati Uniti d'America e la Nato che hanno finanziato e armato un colpo di stato nel 2014 destituendo un governo democraticamente eletto. Hanno armato i gruppi paramilitari neonazisti che si trovano in Ucraina". "Ma per fortuna, per fortuna..." prova a riprendere la parola il direttore interrotto a più riprese dalle urla della D'Aliesio. "Si può parlare oppure deve parlare solo lei, Sallusti per fare questa propaganda da Ventennio" strilla.

In studio scoppia il caos con le voci che si accavallano. Giletti prova a calmare gli animi mentre il direttore di Libero riesce a replicare: "Per fortuna che li hanno armati altrimenti sarebbero già tutti morti o arresi...". "Bisogna finirla con queste falsità, è propaganda di guerra: la guerra in Ucraina c'è dal 2014, da quando c'è stato un colpo di stato ed è stato messo un governo fantoccia... ci sono documenti che gli Usa stanno finanziando..." "Un governo eletto dagli ucraini. Ci sono state le elezioni - ricorda Sallusti - lo so che lei questo concetto..." La D'Alieso urla, si infervora: "Taccia, Sallusti". "No - esplode il direttore - non la faccio parlare perché lei dice ca**ate, ca**ate". "Le dice lei ca**ate ed è pure pagato per dirle".

La discussione degenera dalle urla agli insulti: "Gallina comunista" le dirà poi Sallusti riuscendo a riprendere la parola grazie all'intervento di Giletti in enorme difficoltà da Odessa, dove i militari premono in continuazione per chiudere la trasmissione. Tensione di qua e di là. Il finale sarà con Cremaschi che proverà a convincere il direttore - senza successo - a chiedere scusa alla D'Aliesio per essere stata definita gallina starnazzante.

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