caso querela
Il messaggio al vetriolo di Draghi contro l'ambasciatore russo in Italia: "Da noi c'è libertà di stampa e si sta molto meglio"
L'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, presenta querela contro un articolo di giornale, e quella che doveva essere una breve dichiarazione sull'esposto, si trasforma in una conferenza stampa sulla crisi ucraina, con decine di giornalisti, assiepati davanti al tribunale di Roma, a fare domande al diplomatico. Nella querela si ipotizza l'istigazione a delinquere e l'apologia di reato in relazione a un articolo pubblicato da La Stampa il 22 marzo scorso: "Nel titolo - spiega l'ambasciatore - si considera la possibile uccisione di Putin. Questo è fuori dall'etica, dalla morale e dalle regole del giornalismo. Per questo chiedo alla magistratura italiana di esaminare il caso, e confido nella giustizia di questo Paese".
Il caso arriva fino a Bruxelles dove è in corso il Consiglio europeo. Il premier Mario Draghi, dopo il vertice e in conferenza risponde prima a una domanda sulle posizioni in merito alla guerra tenute da Salvini, Berlusconi e Conte. "La politica oggi deve parlare del presente e del domani. In questo momento l'unica cosa che secondo me può fare una politica che vuole bene al Paese e vuole la pace è stare uniti - è il messaggio del presidente del Consiglio -. La cosa più importante è guardare avanti ora, poi i conti si fanno poi con la coscienza e anche con il proprio elettorato. Ma non è ora il momento". E riguardo all'aumento delle spese militari, ricorda, "il 2 per cento fu un impegno preso dal governo italiano nel 2006, e sempre confermato da tutti i governi da allora. Ora è tornato alla ribalta questo impegno perché più urgente è venuta l'esigenza di iniziare a riarmarci".
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La conferenza stampa a Bruxelles si chiude con il premier interrogato sull'esposto presentato dall'ambasciatore russo, Sergey Razov. "Voglio esprimere la mia solidarietà a tutti i giornalisti de 'La Stampa' e al suo direttore Giannini, veramente una solidarietà sentita", scandisce per poi abbandonarsi a delle considerazioni al vetriolo: "La libertà di stampa da noi è sancita dalla Costituzione. Forse in un certo senso non è una sorpresa che l'ambasciatore russo si sia così inquietato con un giornale italiano che poteva esprimere degli atteggiamenti di critica, perché in fondo lui è l'ambasciatore di un Paese dove non c'è la libertà di stampa. Da noi c'è e da noi si sta molto meglio. Glielo direi subito".