Otto e mezzo, "militari traditi da Putin". Lucio Caracciolo e il dramma dal fronte, voci di rivolta
“Putin è all’angolo come un topo, ma il suo morso può essere atomico”. Ne è convinto Lucio Caracciolo, direttore della rivista e della scuola Limes. Alla domanda delle conduttrice Lilli Gruber su quale sia il tipo di difficoltà attuale del presidente della Federazione russa , l’acuto osservatore geopolitico, ospite del talk politico Otto e Mezzo, mercoledì 23 marzo, ha risposto: militare, economica e di opinione pubblica.
Il pantano militare è il più rischioso per il capo del Cremlino: “Le cose stanno andando male, non come lui pensava, molti generali hanno espresso malumore e ci sono problemi nelle truppe - ha detto Caracciolo -. Ci sono moltissime vittime e il governo russo ha mentito sulla presenza di coscritti. I soldati che combattono non hanno la possibilità di comunicare con casa e le famiglie sono disperate. Il clima non è positivo e le voci che circolano sulla messa da parte del Capo di Stato maggiore Gerasimov è significativo. Molti militari si sono sentiti traditi da Putin, pensavano di fare delle manovre, non di invadere. Sono circa 200.000 i soldati impegnati senza alcun cambio da un mese in Ucraina e questo unito alla logistica che non è mai stato il punto forte della Russia, sta creando problemi seri”.
Per far capire la personalità di Vladimir Putin, Caracciolo è ricorso a un aneddoto: “Ama raccontare che quando era un picchiatore di strada, in un vicolo di San Pietroburgo si è trovato in un angolo con un topo, ha cercato di prenderlo e il topo l’ha morso e cos’ ripeteva ‘attenzione a non mettere mai un topo in un angolo’. Ecco lui si sta avvicinando alla condizione del topo, ma mordere con le armi atomiche è diverso che farlo con i denti”.
Cosa significa? Che se questa guerra dovesse durare ancora settimane o mesi, cosa possibile, il rischio è che pur di non perdere faccia ricorso anche ad armi non convenzionali. In questa terribile evenienza, secondo il direttore, Putin riuscirebbe a dividere la Nato: “Mi spaventa l’incoscienza, crediamo che sia una guerra come le altre, invece si è aperta un’epoca di grave instabilità nel cuore dell’Europa. Noi ci arriviamo culturalmente impreparati e questo mi spaventa: io non avrei mai pensato nella mia vita che sarei finito in un conflitto di questo tipo. La pace della guerra fredda era un’eccezione, non la regola”.